Sturm und Drang
Movimento culturale e letterario tedesco della seconda metà del Settecento (1760-85 ca.) che, con il suo programma di un’integrale rivalutazione dell’irrazionale nella vita e nell’arte, rappresenta, nel quadro della letteratura europea, l’ultima fase del preromanticismo. Preparato dal naturalismo di Rousseau, dal pietismo, dalla riabilitazione del sentimento e della fantasia nell’estetica inglese e svizzera, dall’opera rinnovatrice di Lessing, dalla lirica di F.G. Klopstock, lo S. u. D. (letteralmente «tempesta e impeto», dal titolo di un dramma di M. Klinger) si annuncia, negli scritti teorici di Hamann (➔), Herder (➔), Jacobi (➔), come un ritorno alle fonti della tradizione spirituale tedesca. La polemica contro l’intellettualismo illuministico si traduce nella decisa rivalutazione, di contro alla ragione finita, della ragione infinita, intesa come sola via di accesso all’incondizionato. Fondamentale per lo S. u. D. è anche il mito della natura, che si determina, da una parte, come sentimento della divinità della natura, quale natura naturante, creatrice inesauribile, senza freno né regola (e forza di natura è il genio creativo, che opera senza estrinseci modelli traendo i suoi prodotti da un fondo oscuro), dall’altra, come concetto dell’inevitabilità degli istinti e delle passioni quali necessarie manifestazioni della natura.