studio di fase
Studio clinico condotto nella valutazione di un nuovo farmaco. La sperimentazione di nuovi farmaci comprende studi clinici suddivisi in quattro fasi successive che, con diverse metodologie, valutano le caratteristiche delle molecole. Nella fase I si sperimentano sull’uomo farmaci testati fino ad allora solo su animali, così da fornire una prima valutazione della sicurezza e della tollerabilità del principio attivo, evidenziando eventuali effetti collaterali. Si analizzano, inoltre, la farmacocinetica e la farmacodinamica. Solitamente questi studi vengono condotti in pochi centri selezionati, su un limitato numero di volontari sani, in un ambiente molto controllato e sotto stretto controllo medico, con dosi singole o ripetute del farmaco in sperimentazione, secondo precisi protocolli. In malattie particolari, come le neoplasie maligne dove i farmaci sono intrinsecamente molto tossici e troppo dannosi per la salute dei volontari sani, le prime sperimentazioni vengono condotte su volontari che si trovano in una fase molto avanzata della malattia, per i quali si sono esaurite tutte le possibili opzioni terapeutiche. La successiva fase II è orientata a fornire le prime valutazioni sull’attività della molecola. Si è interessati, infatti, a valutare in campioni più ampi la sicurezza e la tossicità del farmaco, a identificare la migliore dose da portare nelle fasi successive di sperimentazione, a determinare l’attività del farmaco su alcuni parametri della malattia che sono considerati indicativi della salute del paziente. Gli studi di fase II sono solitamente condotti su qualche centinaio di pazienti, selezionati per avere livelli non gravi della patologia in studio, reclutati in grandi centri ospedalieri. Quando eticamente accettabile, il disegno dello studio prevede la presenza di un gruppo di controllo che non assume alcun farmaco, o assume un placebo; inoltre, si valuta la resa di diverse dosi del farmaco. Al fine di ottenere una completa comparabilità dei casi in studio, il tipo di trattamento (farmaco attivo o placebo) e le dosi non sono decise dal medico o dal paziente, ma sono assegnate su base casuale (randomizzazione). Al fine di evitare valutazioni che siano viziate dalle aspettative dei partecipanti, in caso sia prevista la somministrazione del placebo, le valutazioni dei parametri di attività e sicurezza sono condotte in cieco, cioè il medico e il paziente non conoscono il tipo di trattamento somministrato o ricevuto. Oltre ai dati sulla sicurezza del principio attivo, dalla fase II saranno ottenute indicazioni sulla migliore dose e i migliori candidati da coinvolgere nelle successive sperimentazioni in termini di età, tipologia e gravità della malattia. La fase III ha la finalità di definire al meglio il rapporto rischio/beneficio del farmaco, anche attraverso un confronto con un altro farmaco di riferimento. Negli studi di fase III, infatti, si analizzano centinaia o migliaia di soggetti, utilizzando come indicatori di efficacia misure di beneficio clinico quali la sopravvivenza, il controllo dei sintomi o la qualità della vita, e si confronta formalmente il nuovo farmaco con il più appropriato comparatore, un placebo, nessun trattamento, e un altro farmaco. Lo studio di riferimento in questa fase è lo studio clinico randomizzato con un gruppo di controllo. La durata della terapia è variabile a seconda degli obiettivi che la sperimentazione si pone, ma in genere dura mesi. Il periodo di monitoraggio degli effetti delle terapie è invece spesso più lungo, arrivando in qualche caso ai 3÷5 anni. Durante questa fase viene sempre controllata con molta attenzione l’insorgenza, la frequenza e la gravità degli effetti indesiderati. Terminata questa fase di sperimentazione, tutti i dati derivati dalle valutazioni precliniche e cliniche sono raccolti in un dossier che viene sottoposto alle autorità competenti per ottenere l’autorizzazione alla commercializzazione della nuova specialità farmaceutica. Con la messa in commercio del farmaco, ha inizio la fase IV, che pone particolare attenzione alla sicurezza e alla tollerabilità a lungo termine e al suo valore terapeutico in condizioni reali. In questo contesto sono particolarmente utili studi condotti sulla utilizzazione dei farmaci, sia di tipo osservazionale sia di esito. I primi sono anche definiti studi di farmaco-vigilanza post-marketing in quanto hanno l’obiettivo di valutare, attraverso un sistema di vigilanza attivo che implica la partecipazione di ampie reti di medici e centri, la frequenza e l’effetto sulla salute dei cittadini della eventuale somministrazione di farmaci. La necessità di questo tipo di studi deriva dal fatto che, nella maggior parte dei casi, le fasi I-III (che utilizzano una casistica limitata) non possono documentare con certezza l’effettiva frequenza di effetti negativi che sono poco frequenti. Inoltre, un attento monitoraggio delle prescrizioni può permettere di identificare possibili effetti negativi in tipologie di pazienti mai o poco studiati prima della registrazione come, per es., gli anziani, i casi con patologie multiple ecc. Gli studi di esito hanno invece l’obiettivo di valutare l’effettiva resa di un farmaco di cui si è documentata l’efficacia nel contesto di studi clinici, ma rispetto al quale si hanno ancora dubbi sull’effettivo impatto su aspetti importanti della salute in un contesto reale. (*)