struttura/sovrastruttura
Coppia di termini (ted. Struktur/Überbau) utilizzata da Marx (nella prefazione a Per la critica dell’economia politica, 1859) per esporre in termini sintetici la concezione materialistica della storia alla quale era pervenuto in seguito alla sua revisione critica della filosofia hegeliana del diritto. Al centro di tale concezione sta l’idea secondo la quale «tanto i rapporti giuridici quanto le forme dello Stato» non possono essere compresi né per sé stessi, né mediante «la cosiddetta evoluzione generale dello spirito umano, ma hanno le loro radici nei rapporti materiali dell’esistenza», cioè nei rapporti di produzione; «l’insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale ». Secondo questa metafora di Marx, l’elemento decisivo, dal quale bisogna partire per comprendere qualsivoglia società nella sua totalità, è «il modo di produzione della vita materiale», il quale «condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita». Più tardi Engels introdusse una correzione in questo impianto delineato da Marx. In una lettera a J. Bloch del 21 sett. 1890 Engels scrisse infatti: «Che i discepoli diano talora all’aspetto economico più posto di quanto gli spetti, è in parte colpa di Marx e mia. Di fronte ai nostri avversari noi dovevamo porre l’accento su questo principio fondamentale che costoro negavano e non sempre avemmo il tempo e l’occasione di mettere nel giusto risalto gli altri momenti partecipi dell’azione reciproca». Secondo Engels, dunque, se era vero che la struttura determinava la sovrastruttura, era anche vero che la sovrastruttura poteva reagire sulla struttura e modificarla. Sul rapporto tra struttura e sovrastruttura, su come configurarlo concretamente, si è interrogato e travagliato tutto il marxismo teorico, da Kautsky a Plechanov, a Labriola, a Gramsci. Quest’ultimo ha dato, nei Quaderni del carcere, un grande rilievo alle ideologie (e dunque alla sovrastruttura), alla loro capacità di mobilitare masse di uomini, e quindi di cambiare la società nel suo complesso.