strozza
Voce dell'area toscana per " gola ": Quest'inno si gorgoglian ne la strozza (If VII 125), detto dei peccatori fitti nel limo della palude Stigia.
Si ricordi la chiosa del Boccaccio: " La strozza chiamiam noi quella canna la qual muove dal polmone e vien su insino al palato, e quindi spiriamo e abbiamo la voce, nella quale, se alcuna soperchia umidità è intrachiusa, non può la voce nostra venir fuori netta ed espedita... e perciò che questi peccatori hanno la gola piena del fango e dell'acqua della palude, è di necessità che essi si gorgoglino questo lor doloroso inno nella strozza ".
Lo stesso significato si ha in If XXVIII 101 Oh quanto mi pareva sbigottito / con la lingua tagliata ne la strozza / Curio, ch'a dir fu così ardito! (la lingua dunque deve intendersi recisa alla radice).
Nell'uno e nell'altro caso il vocabolo, in rima rara e aspra, s'intona al forte realismo della prima cantica.