Vedi STRATONIKOS dell'anno: 1966 - 1997
STRATONIKOS (v. vol. VII, p. 516)
Alle testimonianze raccolte si aggiunge la possibilità di annoverare tra le opere toreutiche di S. gli «stratonìkeia» di un inventario di Delo (IG, χι, 3, 313), datato al 235/234 a.C., vasi di una forma originalmente elaborata dall'artista. Una celebrità che proietta gli esordi di S. al tempo di Eumene I (263-241 a.C.), mentre rende poco credibile la sopravvivenza dell'artista oltre il regno di Attalo I (241- 197 a.C.). Va attribuito inoltre a S. l'impianto della scuola pergamena d'incisori che esordisce nel 263 con la superba trasposizione monetale del volto di Filetero dall'eventuale creazione plastica di Xenokrates (v.): nel tondo il profilo non è legato alla convenzione del contorno, ma è un momento sorpreso nel volgersi dell'intera massa del capo.
La notizia pliniana sui «filosofi» eseguiti da S. quale bronzista, va vista in concomitanza con l'attività di Antigonos di Caristo, scultore e scrittore che alla corte degli Attalidi narrava le vite dei pensatori contemporanei, e con l'esecuzione da parte di Phyromachos (v.) del ritratto di Antistene (seguendo la cronologia alta, v. pergamena, arte): i tre si rivelano a vario titolo responsabili della ricerca che porta alle più impressionanti immagini dei cinici. In particolare la mano da incisore di S. si presume nel c.d. Filosofo di Anticitera al Museo Nazionale di Atene, originale in bronzo che ci conserva probabilmente i tratti di Bione (v. voli, ill, fig. 837 e vi, p. 711, fig. 813). Come l'Antistene approdato a Ostia dove se n'è trovata soltanto la base iscritta, la statua di questo esponente del secondo cinismo veniva trasportata verso l'Italia quando il viaggio fu interrotto dal naufragio: restano del monumento le gambe fin sotto l'orlo del mantello, un braccio e la testa. Un pezzo di bravura nella loro minuziosa evidenza sono le trochàdes, calzate tra i cinici anche da Cratete di Tebe nella pittura dalla Farnesina. Corrispondono all'Antistene il trattamento della barba e dei baffi, il labbro inferiore sottile, e la pesantezza delle guance: notevole l'identità della chioma nella veduta posteriore, dove era meno sentita l'esigenza di variazione. Come nel caso di Antistene, figlio di una Trace, si dava per Bione una provenienza esterna al mondo ellenico e un'origine sociale modesta: la grossolanità dei tratti e la densità del crine rispondono all'esigenza di rappresentare insieme l'esotico e il rustico, animati da una spiritualità che non era la morale tradizionale, ma un'eversiva visione dell'uomo ritrovato nella libertà individuale e nel cosmopolitismo. Il senso monumentale pervade le masse della barba e della capigliatura, che concentrano nel volto la forza del carattere, la potenzialità intellettuale dell'inventore della diatriba: un arguto dissidio nello stile ormai dominante di Phyromachos. La partecipazione di S. alla nuova ricerca risulta tanto più evidente ora che il ritratto di filosofo, rinvenuto nel mare di Brindisi (v. esplorazione archeologica), sembra restituirci in originale il primo ritratto di Antistene, eseguito da un Ateniese alla morte di quel pensatore (366 a.C.), e una testa del Museo Nazionale Romano si rivela copia del Diogene prodotto nello stesso ambiente sullo scorcio del IV sec. a.C.: opere così distanti dalla rivoluzione pergamena.
Bibl.: Pline l'Ancien, Histoire naturelle, XXXIV (a cura di H. Le Bonniec, H. Gallet de Santerre), Parigi 1953, pp. 136-137, 266, 270; Gaio Plinio Secondo, Storia naturale, V, Libri XXXIV-XXXVII (a cura di A. Corso, R. Mugellesi, G. Rosati), Torino 1988, pp. 96-97, 208-209, 922; Β. Hebert, Schriftquellen zur hellenistischen Kunst, Graz 1989, pp. 171-172, n. 332; 178-178, nn. 343-344; 246, n. 484; Β. Andreae, Phyromachos-Probleme, Magonza 1990, pp. 66-67 (esclude l'identificazione di Stratonikos bronzista col toreuta); P. Moreno, Scultura ellenistica, I, Roma 1994, pp. 217-274, figg. 336, 337, 340. - Iscrizione di Delo: F.-H. Pairault-Massa, Il problema degli stylopinakia del Tempio di Apollonis a Cizico, in AnnPerugia, XIX, 1981-82, pp. 147-219, in part. p. 163; Β. Andreae, op. cit., pp. 66-67 (nega che stratonikeìa dell'iscrizione possa riferirsi all'artista); A. Stewart, Greek Sculpture, New Haven-Londra 1990, p. 303. - Filosofo di Anticitera: M. Bieber, The Sculpture of the Hellenistic Age, New York 19612, p. 164, fig. 701; G. M. A. Richter, The Portraits of the Greeks, I, Londra 1965, pp. 2, 38, fig. XL; P. C. Bol, Die Skulpturen des Schiffsfundes von Antikythera, Berlino 1972, pp. 24-27, tavv. X-XI; C. Houser, D. Finn, Greek Monumental Bronze Sculpture, New York 1983, pp. 100-101; K. Dohan Morow, Greek Footwear and the Dating of Sculpture, Madison 1985, p. 115, tavv. c, a-b, CI a-b; S. Karouzou, Der Bronzekopf von Antikythera, in Pro arte antiqua. Festschrift für H. Kenner, II, Vienna 1985, pp. 207-213; L. Scatozza Höricht, Il volto dei filosofi antichi, Napoli 1986, pp. 115-116, fig. 41 (identificazione con Menedemo); B. Sismondo Ridgway, Hellenistic Sculpture, I. The Styles of ca. 331-200 B.C., Bristol 1990, p. 57, tav. XXXII; A. Stewart, op. cit., p. 273, fig. 778; R. R. R. Smith, Hellenistic Sculpture, Londra 1991, p. 239, fig. 298; W. Fuchs, Scultura greca, Milano 1993, pp. 569-570, figg. 692-693. - Ritratto di Diogene, Museo Nazionale Romano: E. Ghisellini, in A. Giuliano (ed.), Museo Nazionale Romano, Le Sculture, I, 9, 1, Roma 1987, pp. 32-34, η. R.19; Κ. Fittschen, in K. Fittschen (ed.), Griechische Porträts, Darmstadt 1988, pp. 19, 26, tav. CXXXI; P. Moreno, op. cit., I, pp. 201-203, figg. 260, 338-339; id., in Alessandro Magno. Storia e mito (cat.), Milano 1995, p. 218, n. 14. - Cratete e Ipparchia, affresco, Museo Nazionale Romano, dalla Villa della Farnesina: A. M. Dolciotti, in I. Brigantini, M. de Vos (ed.), Museo Nazionale Romano. Le pitture, II, 1, Roma 1982, pp. 93-94, η. A.I2, tav. XXIX; L. Scatozza Höricht, op. cit., p. 129, fig. 49. - Ritratto di filosofo, bronzo, Brindisi, Museo Provinciale: G. Andreassi, A. Cocchiaro, Bronzi di Punta del Serrone, Roma 1992, pp. 6-7, n. Β.4, fig. 11, e fig. alla p. ι.