STRATON (Στράτων)
2°. - Figlio di Xenophilos, argivo. Scultore, in marmo ed in bronzo, attivo dalla fine del II sec. a. C., è noto per aver collaborato col padre ad Argo, Epidauro, Sicione, Corinto e Delfi.
Pausania ricorda un gruppo marmoreo in Argo, di Asklepios seduto ed Igea in piedi, con accanto le immagini degli artisti rappresentati seduti (ii, 23, 4). Forse dalla base di questo gruppo proviene l'iscrizione con firma degli artisti riutilizzata nella costruzione della chiesa della Panaghia a Merbaka, nei dintorni di Argo. Ad un monumento non identificato appartiene un'analoga iscrizione rinvenuta presso Kleonai. Ad Epidauro, l'attività del solo Xenophilos padre di S., è attestata dal 125 a. C.: all'inizio del I sec. si può attribuire un'esedra con dedica ad Apollo e ad Asklepios, firmata dai due scultori. Le altre firme attestano la varia attività di Xenophilos e S. nei primi anni del I sec. a. C. anche come bronzisti, come prova la base di Sicione, con tracce dell'attacco di una statua metallica. Assai difficile è ogni tentativo di ricostruzione dell'arte di S. e di Xenophilos, sulla base della pur dettagliata descrizione del gruppo di Argo. È noto infatti da due copie un gruppo di Asklepios seduto ed Igea in piedi (v. asklepios), ma è piuttosto da riferire all'analoga opera di Skopas per Gortyna. Forse anche la scultura dei due artisti argivi dipendeva dall'archetipo scopadeo.
Bibl.: H. Brunn, Gesch. d. Griech. Künstler, I, Stoccarda 1857, p. 420; H. Pomtow, in Klio, XV, 1918, p. 54; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, IV A, 1931, c. 317, s. v., n. 21; M. Bieber, in Thieme-Becker, XXXII, 1938, p. 161. Blocco di calcare, Delfi: H. Pomtow, in Klio, XV, 1918, p. 54, n. 77; J. Marcadé, Recueil des signatures de sculpteurs Grecs, I, Parigi 1953, p. 110. Esedra di Epidauro: P. Kavvadias, Fouilles d'Épidaure, Atene 1891, n. 253; I. G., IV, 1248; I. G., IV2, i, 231; J. Marcadé, op. cit., I, p. 110. Base di Corinto: O. Broneer, in Am. Journ. of Arch., XXXVII, 1933, p. 569; J. Marcadé, op. cit., I, p. 111. Frammenti di base, Sicione, museo: I. G., IV, 430, 431; C. Keil, in Rheinisches Museum, XIV, p. 515 ss.; E. Loewy, I. G. B., 270; A. K. Orlandos, Ελλθνικα, X, 1937-38, pp. 15-17; J. Marcadé, op. cit., I, p. 111. Base in calcare della chiesa della Panaghia a Merbaka: J. Overbeck, Schriftquellen, 1586; E. Loewy, I. G. B., 261; I. G., IV, 657; J. Marcadé, op. cit., I, 110. Blocco pertinente ad un'esedra, Khani di Kourtesa (Kleonai): M. Collignon, in Bull. Corr. Hell., IV, 1880, p. 46; J. Schmidt, in Ath. Mitt., VI, 1881, p. 355, n. 55; E. Loewy, I. G. B., 262; I. G., IV, 489; J. Marcadé, op. cit., I, p. 111.