Argentina, storia della
Dittatura, populismo e democrazia
Abitati originariamente dalle popolazioni indigene delle Americhe, i territori che formano l'odierna Argentina furono raggiunti dagli Spagnoli nel 1516. Ottenuta l'indipendenza all'inizio dell'Ottocento, durante il secolo scorso l'Argentina ha vissuto lunghe fasi di dittatura prima di tornare tra grandi difficoltà alla legalità e alla democrazia
Nella lunga opera di conquista dei territori argentini da parte della corona di Spagna, due furono le tappe decisive: nel 1617 la creazione della provincia del Río de la Plata, inserita nel viceregno della Nuova Castiglia (il Perú); nel 1776 l'istituzione del viceregno del Río de la Plata, che ebbe in Buenos Aires la sua capitale.
Grazie a un significativo sviluppo economico, alla diffusione delle idee dell'illuminismo e all'attrazione esercitata dalle rivoluzioni americana e francese, tra 18° e 19° secolo si sviluppò nel paese una potente spinta all'indipendenza, che ebbe il suo nucleo forte nell'opposizione delle élite creole nei confronti della madrepatria. Questa spinta fu ulteriormente sollecitata ‒ come accadde in ampia parte dell'America Latina ‒ dal vuoto di potere che si venne a creare in Spagna in conseguenza dell'invasione napoleonica (1808). Nel 1816, dopo un'aspra guerra civile, il paese conquistava l'indipendenza.
Il neonato Stato argentino fu scosso per diversi decenni dal contrasto tra unitari e federalisti, tra coloro cioè che premevano per dare al paese una costituzione di tipo centralistico e coloro che invece intendevano lasciare ampia autonomia alle singole province, dove dominavano i caudillos (termine della lingua spagnola che indica i capi militari e politici). Questo contrasto si chiuse alla fine del 1861, quando fu imposta al paese una struttura fondamentalmente unitaria. In questa fase ebbe un ruolo decisivo Juan Manuel de Rosas, al governo dal 1829 al 1852, che riuscì a indebolire il potere dei caudillos istituendo un regime dittatoriale.
Nella seconda metà dell'Ottocento l'Argentina conobbe un rilevante sviluppo economico, che tuttavia non intaccò il predominio delle tradizionali élite agrarie. La situazione iniziò a mutare nel Novecento, quando fu introdotto il suffragio universale (1912) ed eletto presidente Hipólito Irigoyen (1916), un esponente radicale dei nuovi ceti medi. Le riforme di Irigoyen, però, suscitarono allarme sia tra gli esponenti della vecchia oligarchia sia tra i ceti moderati. Fu così che nel 1930, nel quadro delle pesanti difficoltà alimentate dalla crisi economica mondiale del 1929, settori filofascisti delle forze armate deposero Irigoyen. Seguirono anni convulsi, che si conclusero, dopo un nuovo colpo di Stato nel 1943, con l'ascesa al potere del colonnello Juan Domingo Perón, eletto presidente nel 1946.
Perón fu alla guida del paese una prima volta dal 1946 al 1955. Godendo di grande prestigio anche presso il movimento operaio, egli instaurò una dittatura militare fondata sul principio della solidarietà tra le classi, sul ruolo centrale dell'esercito, su una avanzata legislazione sociale. Le sue riforme economiche produssero tuttavia una grave crisi, che fu alla base del colpo di Stato militare che lo depose nel 1955. Da allora il paese rimase politicamente instabile e strutturalmente in crisi dal punto di vista economico, e il breve ritorno al potere di Perón nel 1973-74 fu salutato come un estremo tentativo di pacificazione nazionale.
Nel 1976 i militari instaurarono una brutale dittatura, reprimendo con estrema durezza ogni forma di opposizione, torturando, arrestando, uccidendo migliaia di cittadini, molti dei quali scomparvero senza lasciare traccia (desaparecidos). Dopo la sconfitta dell'Argentina nella guerra delle Falkland contro la Gran Bretagna (1982), il regime militare crollò. Nonostante un faticoso ma sostanzialmente riuscito ritorno alla legalità, per tutti gli anni Ottanta e Novanta e all'inizio del nuovo secolo il paese ha continuato a manifestare profonde debolezze sia sul piano economico sia su quello della stabilità politica. Assai significativo, in questi anni, è stato il ritorno al potere dei peronisti.