Vedi STOBI dell'anno: 1966 - 1997
STOBI (Στόβοι, Stobi)
È l'antica città dei Peoni nel luogo dove il fiume Crna (Erigon) sbocca nel Vardar (Axios); oggi è Pustogradsko. Sotto Antigono Gonata la città appartenne alla Macedonia (270 d. C.) e, definitivamente, nel 217 sotto Filippo V. Dall'anno 168 S. diventò romana e ottenne presto il diritto municipale e fu inclusa nella tribus Aemilia. Dai Flavi fino a Elagabalo, la città conia la propria moneta con la scritta Municipium Stobensium; fu, poi eretta a colonia. È oggi in territorio Iugoslavo.
Gli scavi iniziati durante la prima guerra mondiale non sono stati ancora condotti a termine. Finora sono stati scoperti: una grande costruzione con varî locali attigui; un teatro, costruito nel II sec. d. C., senza logèion, con orchestra di m 30 di diametro, trasformata poi per spettacoli e venationes, cinta con un muretto; le mura cittadine di epoca bizantina, quando la città fu ristretta in seguito a una catastrofe. Accanto al teatro è stata scoperta la chiesa vescovile con capitelli assai interessanti, costruita nel V sec., anche con spoglie del teatro, che non era più adoperato. Numerosi resti dell'epoca romana, a volte monumentali, sono stati rinvenuti anche fuori delle mura cittadine. Una basilica a tre navate del V sec. e poi un'altra ancora a tre navate con il battistero ottagono e altri annessi, testimoniano la lunga vita della città. È venuta in luce una strada che va dalla porta nord-occidentale fino alla chiesa vescovile; questa aveva, ai lati, dei portici con i pilastri che sorreggevano gli archi. Accanto alle numerose iscrizioni latine e greche (anche bilingui), sono state trovate statue e mosaici. La statua di Ultrix (Nemesi), il monumento votivo a Esculapio, la grande testa di Zeus-Serapide, una statua del dio Dioniso con la dedica, testimoniano la vita religiosa. I resti delle stele sepolcrali militari dimostrano che S. era stata rafforzata con dei veterani. Queste iscrizioni iniziano dal I sec. d. C. Numerose iscrizioni sui sedili del teatro offrono utili elementi per la conoscenza della popolazione. Saccheggiata da Teodorico il Grande, re dei Goti, nel 479, S. soffrì anche del terremoto del 518. Il cristianesimo si affermò abbastanza per tempo a S. e nel 325 la città aveva il suo vescovo.
Bibl.: C. I. L., III; B. Saria-R. Egger, Istraživanja u Stobima, in Glasnik Skopopskog Naučnog Društva, V, Skolje 1929; Saria, in Pauly-Wissowa, IV A, 1931, cc. 47-54, s. v.; K. G. Mano-Zissi, Iskopavanja u Stobima, 1933 i 1934 g., in Starinar, S. III, X-XI, 1935-36, pp. 145-170; Spomenik, XCVIII, 1941-48, pp. 43-44; K. G. Mano-Zissi, Bericht über die Ausgrabungen in Stobi, in VI Int. Kongress. f. Arch., Berlino 1939, Berlino 1940, p. 591 ss.; V. V. Petkovit, Ein Relief ons Stobi, in Serta Hoffilleriana, Firenze 1940, p. 146 s.; E. Kitzinger, A Survey of the Early Christian town of Stobi, in Dumbarton Oaks Papers, 3, 1946, p. 81 ss.; id., Stobi, Cambridge Mass. VI; R. Petkovič, Antičke skulpture iz Stobia, in Starinar, 1937, pp. 12-35; F. Papazoglu, in Živa Antika, I, 1951, p. 279 ss.; E. Dyggve, in Revue Arch., 1958, p. 137 ss. (teatro); L. Crema, L'architettura romana, in Enciclopedia Classica, XII, 1959, pp. 197, 424, 541; J. Maximovic, in Cahiers Arch., X, 1959,p. 207 ss.; D. Stričevič, in Rec. Travaux de l'Inst. Études Byz., VIII, 1965, p. 399 ss.