STILO (A. T., 27-28-29)
Piccola antica città della provincia di Reggio di Calabria, sul versante ionico delle Serre. Il pittoresco abitato è posto a gradinata su un terrazzamento, a 400 m. s. m., sul quale sorge la ripida parete del M. Consolino (m. 700), una formazione di calcari eocenici nummulitici che la gola profonda di Pazzano divide dalla consimile, più ampia e più alta, del M. Stella (m. 1046). Il territorio del comune è formato di due parti pressoché di uguale estensione, separate da territorî d'altri comuni, delle quali l'una si protende verso SE. lungo le rive della fiumara Stilaro sino a un breve tratto costiero, l'altra raggiunge la linea di vetta orientale delle Serre ed è formata in gran parte dal Bosco di Stilo, una grande faggeta che il comune rivendicò nel sec. XIX, dopo secolari contese giudiziarie, dalla soggezione alla Certosa di Serra S. Bruno. In questa parte del territorio, a NO., è la Ferdinandea, casa borbonica di caccia, ora di proprietà privata e sede d'industrie forestali, contenente notevoli cimelî storici del sec. XIX e frammenti scultorei della vicina certosa. Il comune produce grano nel territorio marnoso a S. del Consolino; vicino al centro e sulla costa sono uliveti, agrumeti e vigneti. I monti Consolino e Stella hanno notevoli giacimenti di minerali di ferro (ematiti, limoniti), già sfruttati nelle ferriere borboniche di Mongiana, e di piriti. La popolazione del comune era di 2682 ab. nel 1871, di 3177 nel 1901, di 3242 nel 1921, di 3246 nel 1931, di cui 3125 accentrati nel capoluogo. Stilo ha stazione ferroviaria sulla linea Metaponto-Reggio a 15 km.
Si ritiene fondata nel sec. VII dai profughi di un'antica città marittima, distrutta dai Barbareschi. Subì gravi danni, quando, nei suoi dintorni, fu sconfitto l'imperatore Ottone II. In seguito crebbe in fama, perché importante centro di vita monastica e culturale. I Normanni, che la conquistarono dopo lunga lotta, la dichiararono città di regio demanio; i primi re angioini le concessero molti privilegi, riconfermati dagli aragonesi, in premio di fedeltà. Fu quasi interamente abbattuta dal terremoto del 1783.
La moderna Stilo ben poco conserva del suo aspetto medievale. Il monumento più insigne è la chiesetta detta "la Cattolica" costruzione quadrata riproducente un tipo architettonico di schietta derivazione orientale. La struttura, l'organismo della pianta, la tecnica di alcuni fra i più antichi avanzi pittorici la fanno risalire verso il sec. X. Alla stessa orbita appartiene la chiesa di S. Giovanni Vecchio, costruzione basilicale sorta in periodo bizantino-normanno attorno alle rovine di un più antico monastero basiliano illustrato dal lungo soggiorno del santo locale Giovanni Teresti il Mietitore. Del tardo Medioevo sembrano invece gli avanzi del castello. Accenti di puro goticismo echeggiano nel trecentesco portale della matrice il cui interno venne radicalmente rifatto in età barocca. La chiesa possiede un S. Francesco, attribuito a Mattia Preti, e un Ognissanti, opera di un valoroso eclettico di scuola napoletana non ancora identificato. Dal lato artistico ben poco oggi dicono la chiesa di S. Domenico con l'attiguo convento, dove trascorse alcuni anni Tommaso Campanella, e quella di S. Giovanni Nuovo col vicino monastero, una volta insigne per ricchezza di codici e d'incunaboli.
Bibl.: G. Abatino, L'architettura bizantina in Calabria. La Cattolica di Stilo, in Napoli nobilissima, XII (1903), pp. 18-21; L. Cunsolo, Rapsodie. Stilo nella tradizione e nella storia, Monteleone 1922; B. Croce, Sommario critico della storia dell'arte nel Napoletano, in Napoli nobilissima, III (1894), pp. 71-72; H. E. Freshfield, Cellae trichorae and other christian antiquities, in the Byzantine provinces of Sicily with Calabria, Londra 1913, pp. 95-98; A. Frangipane, l'arte a Stilo, in Calabria sveva, II, p. 4; P. Orsi, San Giovanni Vecchio di Stilo, Roma 1914; T. Horia, Les églises à cinqu coupoles en Calabre, in Ephemeris Dacoromana, IV (1926), pp. 159-180; P. Orsi, Le chiese brasiliane di Calabria, con appendice storica di Andrea Caffi, in Collezione Meridionale diretta da U. Zanotti-Bianco, Firenze 1930, 2. 3ª: Il Mezzogiorno artistico, pp. 1-63; H. W. Schulz, Denkmäler der Kunst d. Mittelalters in Unter-Italien, Dresda 1860, II, pp. 353-58; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I: Il Medioevo, Torino 1927, pag. 598, 637, 599, 1036, n. 40.