TUSCANICO, Stile
Per analogia con altre definizioni (v. attico, corinzio, ecc. stile) dovrebbe essere lo stile caratteristico dei Tuscanici, cioè degli Etruschi (Varro, De ling. Lat., v, 160-162: Tuscanicum dictum a Tuscis); in realtà, però, nella comune accezione, la parola t. è circoscritta ai termini architettonici che essa accompagna in alcuni passi di Vitruvio. Si parla cioè di tuscanicus mos (Vitr., iii, 3, 5), tuscanicae dispositiones (iv, 6, 6), tuscanica genera (iv, 8, 5), tuscanica opera (iv, 8, 5), atrium tuscanicum (vi, 3, i) e, estensivamente, di ordine e di colonna tuscanica; ma già nel testo vitruviano l'aggettivo tuscanico, non più sinonimo di etrusco, sfugge nel suo pieno significato, così da aver permesso altre interpretazioni (ad esempio per L. Polacco: tuscanicus sive priscus).
Il tuscanicus mos è quello di ornare i fastigi dei templi con statue in terracotta e in bronzo dorato; le tuscanicae dispositiones, i tuscanica genera, i tuscanica opera sono l'insieme delle norme da seguire nella costruzione di un tempio tuscanico; l'atrio tuscanico è un atrio senza Colonne. L'ordine tuscanico, o toscano, come lo chiamavano i trattatisti del sec. XVI (Palladio), è quello proprio all'ambiente italico, e risale probabilmente a un tipo predorico; la colonna poggia su una grossa base variamente sagomata, ha fusto generalmente liscio modestamente rastremato, scarsa entasis, capitello a echino ed abaco spesso circolare. Fra gli esemplari più antichi di colonne tuscaniche sono nell'Italia meridionale quelle di Paestum, Pompei, Minturno e nell'Etruria i tipi rappresentati su un'urna chiusina del museo di Berlino, sulla stele del satiro da Fiesole nel Museo Archeologico di Firenze, la colonna del grande tùmulo di Vulci detto la Cucumella, quelle di Blera e di Vignanello, le colonne dipinte della Tomba delle Leonesse a Tarquinia (VI-V sec. a. C.). Successivamente si hanno esempi più frequenti, con mutamenti e compromessi rispetto ai tipi classici. Il tempio tuscanico sorge su alto podio, conserva a lungo l'impiego di materiale ligneo e pertanto è relativamente poco alto, presenta larghi intercolumnî, un tetto ampio, con notevoli sporgenze laterali delle gronde, un ricco rivestimento fittile, ha una pianta di larghezza di poco inferiore alla lunghezza, generalmente architravi ed epistili lisci ed è preceduto da un portico colonnato e fornito di cella tripartita. Su quest'ultima peculiarità, che era stata ritenuta tipica dei templi etruschi e solo da questi mutuata a quelli romani, è stata avanzata recentemente qualche riserva (v. L. Polacco, e G. Maetzke, in Studi Etruschi, xxiv, 1955-56, pp. 247 e sv. etrusca, arte).
L'ordine tuscanico passò poi all'architettura romana e trovò un rinnovato impiego nel Rinascimento.
Bibl.: F. Studniczka, Das Wesen des tuskanischen Tempelbau, in Die Antike, IV, 1928, pp. 177-225; A. Andrén, Architectural Terracottas from Etrusco-Italic Temples, Lund 1940, pp. XXII-XXIV; G. Kaschnitz, von Weinberg, Vergleichende Studien zur Italisch-römischen Struktur, in Röm. Mitt., LIX, 1944-48, pp. 89-128; L. Polacco, Tuscanicae dispositiones, Padova 1952; M. Pallottino, in Studi Etruschi, XXII, 1953, pp. 458-462.