MISSION, stile
Col nome di Mission style si definisce negli Stati Uniti d'America quello speciale stile architettonico che più propriamente potrebbe essere chiamato un sottostile locale dell'architettura barocca, nato in California per opera dei missionarî francescani nella realizzazione delle loro abitazioni, delle chiese e dei conventi fortificati innalzati col concorso della mano d'opera e dei sistemi costruttivi locali e successivamente sviluppatosi in altre regioni americane e in modo particolare nel Messico. Si tratta essenzialmente di uno stile ispano-coloniale, alla diffusione del quale contribuì anche l'opera dei viceré spagnoli, ma che pur presenta un carattere tutto suo, dovuto forse all'ingenua inabilità di costruttori o agli apporti di un sentimento indigeno ancora diffuso.
Le colonie spagnole nella prima metà del sec. XVI erano accampamenti di guerrieri, ma già nella seconda metà erano divenute agglomerati di aziende agricole e miniere, specialmente di metalli preziosi, né la Chiesa e quindi la sua architettura poteva sfuggire a questo carattere bellico e poi latifondista, sicché, col diffondersi del monachesimo, i templi si costruivano come fortilizî e solo molto più tardi da convento rurale si tramutarono in vera e propria hacienda. A questo sviluppo fu estraneo solo l'ordine francescano, rimasto fedele alla tradizione evangelizzatrice dei primi missionarî, donde quello spirito di collaborazione che nobilitò appunto a stile le costruzioni cui essi presiedettero. Difatti lungo la costa del Pacifico, nella lenta ma costante penetrazione verso il Nord avvenuta specialmente per opera del padre Junipero Serra, sorgono queste cosiddette "missioni" che, anche nominalmente, si distinguono dal monastero rurale trasformatosi in hacienda del Messico propriamente detto.
Si passa così da quella di S. Diego de Alcalá fondata nel 1769, detta la Madre delle Missioni, a San Gabriel e S. Antonio de Padua (1771) e ancora più a nord a quella di S. Clara (1777) che seguono a grandi tappe l'evangelizzazione della California fino a quella di Dolores o S. Francisco (1776) sulla baia omonima, scoperta dai francescani e sulla quale doveva sorgere l'attuale capitale della California. Intorno alle prime ne sorgeranno altre ancora che formeranno il primo nucleo delle città attuali che ne hanno conservato il nome, come S. Luis Obispo (1772), S. Juan de Capistrano (1776), El pueblo de Nuestra Señora de los Angeles de Porciúncula (1781), che rievoca nell'attuale centro cosmopolita di Los Angeles l'assisiate Madonna degli Angeli, S. Buenaventura (1782), S. Barbara (1786), casa madre dei Padres della costa occidentale e più a nord ancora Soledad (1791), San Miguel e San José (1797).
La tradizione costruttiva locale, distrutta nella sua parte migliore dalla violenza della conquista, era purtuttavia rimasta viva negli strati inferiori, specialmente come metodo di costruzione, quale quello della costruzione dei muri di adobe, cioè di argilla cruda.
La maggior parte di queste costruzioni ha un carattere paesano, un aspetto primitivo. Rare le scale in muratura; per lo più si accedeva alle terrazze per l'essiccazione dei prodotti agricoli mediante scale a pioli. Caratteristiche in comune, sia dal punto costruttivo sia per il carattere architettonico, con le costruzioni native di Capri, della penisola amalfitana e intorno a Gaeta, con le quali hanno inoltre in comune anche il caratteristico sistema di tirare coperture mediante un impasto steso su un predisposto supporto in terra e lasciato quindi essiccare.
Nelle costruzioni chiesastiche specialmente assunse grande importanza la costruzione delle cupole che, affidata a umili artigiani locali i quali avevano innati il senso costruttivo e la fantasia architettonica, fiorirono in forme di una straordinaria varietà. E forse la loro ispirazione va cercata più nelle forme del Rinascimento italiano che non in quello spagnolo, attraverso le stampe e i disegni che i frati missionarî portarono con loro.
Già sino dalle prime apparizioni del nuovo stile, i costruttori coloniali semplificarono tali forme per adattarle ai loro sistemi costruttivi più semplici. Quasi immediata l'abolizione del tamburo, sicchè la cupola fu impostata direttamente sul dado, aprendovi da quattro a otto finestre. Le forme fondamentali furono la sferica (medianaranja "mezz'arancia" come la chiamano a Puebla) oppure l'ottagonale. Esse non hanno mai ossatura o nervature portanti, ma sono costruite con relleno cioè con un impasto di pietre leggiere (generalmente una scoria vulcanica) e malta molto forte. Questa veniva stesa sulla centina (cimbra) che aveva la forma dell'interno della cupola preventivamente modellata sulla centina stessa con della terra (come fanno i nostri muratori quando, dovendo fare un arco di mattoni, completano la forma dell'arco sopra una centina grezza di legno mediante materiali diversi e un ultimo strato di malta grossa di pozzolana).
Per questo tali cupole, specialmente dove le maestranze non avevano raggiunto la perfezione, appaiono talvolta irregolari, specialmente quelle piccole, e hanno tutto il sapore di una cosa fatta a mano libera.
Il rivestimento tanto dei muri quanto delle cupole veniva e viene ancora fatto con uno strato di malta ricoperto di una leggiera camicia di calce a vivaci colori, a impasto e pulita come lo stucco, ssguendo in questo il procedimento tradizionale della civiltà azteca. Per le cupole, sia per meglio garantire dalle intemperie una struttura così delicata sia a scopo decorativo, si aggiungeva un rivestimento di piastrelle di cotto che nella maggior parte dei casi erano di maiolica a vivaci colori e disegni.
A contrasto con la ricchissima decorazione delle cupole (con motivi italiani e spagnoli, ma trasformati e straordinariamente arricchiti) e nella quale sembrava sfogarsi tutto il sentimento decorativo popolare, era la semplicità e la severità del resto della costruzione.
Il valore di tale architettura, in relazione all'importanza artistica del Rinascimento italiano, è assolutamente inferiore e si distingue dal Rinascimento spagnolo per una maggior ricchezza decorativa, pittoresca e policroma, per l'impiego sistematico della cupola e per la creazione di nuovi tipi regionali, opera anonima prodotta dalla sapienza intuitiva e dalla straordinaria abilità manuale di mastri o semplici albañiles modesti e intelligenti, cui dobbiamo quest'insieme di costruzioni che vanno sotto il nome di stile delle missioni; al quale, ora, nel fluttuare delle tendenze architettoniche moderne e nella nostalgica ricerca di semplici forme popolari, si riannodano interessanti applicazioni nell'America Settentrionale.