STIGMATE
. Il significato primitivo della parola greca, conservato anche in latino, importa un marchio o nota impressa a puntura di ferro o di fuoco, quale usavano gli antichi a punizione o a semplice distinzione e riconoscimento. Questo termine passò a designare nel linguaggio di S. Paolo (Galati, VI, 17), per opposizione al marchio della circoncisione giudaica, i segni della sudditanza alla nuova legge, dei patimenti sofferti per Cristo (stigmata Iesu Christi in corpore meo porto). Più generalmente, nel linguaggio ecclesiastico posteriore, significò le cicatrici stesse della Passione di Cristo, nominatamente le piaghe (fixurae), fatte dai chiodi e dalla lancia, nelle mani, nei piedi e nel costato di Gesù: verso le quali da Cristo stesso fu richiamata, dopo la sua resurrezione, l'attenzione dei suoi fedeli (Giovanni, XX, 20-29), e poi si manifestò la pietà dei fedeli dal Medioevo ai tempi nostri (devozione delle Cinque Piaghe, del Costato, ossia del Cuore trafitto di Gesù).
Nell'uso moderno il termine suole denotare piuttosto il fenomeno straordinario di una "impressione", o riproduzione, delle piaghe medesime o di altri fenomeni ed episodî dolorosi della Passione (ferite della flagellazione, coronazione di spine, ecc.), che si narra essere avvenuta in alcune persone d'intensa vita mistica e in modo particolare dedite alla contemplazione e alla partecipazione dei patimenti di Cristo.
Questa impressione è varia: ora permanente, ora transitoria; ora in modo invisibile con dolori e spasimi locali, ora visibile con lacerazione dei tessuti ed effusione di sangue, o altrimenti, secondo esempî non pochi e diversi, che l'agiografia riporta. Ma qualunque sia la critica e autorità storica degli agiografi, essa non vi può mai impegnare, presumere o prevenire l'autorità della Chiesa: vi è anzi un decreto esplicito di Urbano VIII, che obbliga tutti gli scrittori cattolici, che narrano questi e simili fatti straordinarî (e presunti miracoli o profezie), a dichiarare che essi non attribuiscono alla propria narrazione altra autorità che quella umana di espositori, né intendono decidere o sostituirsi, ma sottomettersi in antecedenza al giudizio della Chiesa. Il giudizio tuttavia dell'autorità ecclesiastica su tali fatti - quando interviene e ben raramente - non importa per sé altro che un generico riconoscimento, che potrebbe dirsi negativo, in quanto afferma non darsi in essi nulla di contrario alla fede e alla morale (escludendo cioè la finzione, il dolo, ecc., e supposto il buon fondamento delle testimonianze storiche allegate e discusse nella causa).
Non vi è dunque sentenza dogmatica o dottrinale che obblighi ad ammettere la verità e soprannaturalità positiva dei fatti, posta anche la loro credibilità e conformità coi dati della rivelazione, nel senso almeno che nulla implichino di contrario alla fede e alla morale, sebbene la forma delle stigmate e il contenuto materiale delle rivelazioni private possa diversificarsi secondo la devozione dei contemplanti.
Il più accertato fra consimili fatti e liturgicamente riconosciuto nella Chiesa è quello delle stigmate nel corpo di S. Francesco di Assisi, avvenuto nel 1224, verso la festa dell'Esaltazione della Santa Croce (14 settembre) in una visione narrata da S. Bonaventura nella biografia del santo. Il fatto è certificato dalla testimonianza del papa Gregorio IX, stato già, da cardinale, amico e confidente del Poverello di Assisi. Benedetto XI ne istituì la festa (1304) che Paolo V estese a tutta la Chiesa, assegnandone la celebrazione al 17 settembre.
Sono molte le ipotesi proposte dalla scienza medica per spiegare il fenomeno delle stigmate (isterismo, autosuggestione, ipnotismo, ematidrosi, emorragia provocata, supplementare, morbosa, penfigo acuto e cronico, e altre cause morbose consimili).
Nel linguaggio medico s'indicano anche come "stigmate" alcune caratteristiche morbose permanenti proprie di certe malattie. Tali, per esempio, le stigmate isteriche (che possono essere psichiche, sensitive, sensoriali, motorie, vasomotorie, viscerali, ecc.: vedi isteria), le stigmate sifilitiche, scrofolose, ecc.
Bibl.: Fr. Salis-Seewis, Le estasi, le stigmate e la scienza, Prato 1892; A. Imbert, La stigmatisation, Parigi 1894, ecc. (trad. italiana, Gli stigmatizzati, Lecce 1902); v. anche, per le stigmate di S. Francesco, francesco, santo.