STIA (A. T., 24-25-26 bis)
Paese e comune del Casentino, nella provincia di Arezzo, da cui dista 40 km. verso nord. Il paese sorge sulla sinistra dell'Arno alla sua confluenza col torrente Staggia, da cui tolse il nome, al piede della Falterona, che lo domina da 10 km. verso nord, a 448 m. s. m. Il territorio del comune, costituito nel 1808, riunito nel 1927 con quello contiguo di Pratovecchio (v.), che conta 2100 ab., da cui fu nuovamente separato nel 1934, si estende per kmq. 61,5 e conta 4115 ab. Stia, che fece già parte dei dominî dei conti Guidi, signori del Casentino, dei quali sussistono i resti nella grandiosa torre di Porciano, passò nel 1402 sotto il comune di Firenze prendendo il nome di Palagio Fiorentino e si sviluppò per la popolazione che vi accorse dagli antichi e abbandonati castelli aggruppandosi intorno alla sua antica chiesa plebana, onde il numero degli abitanti, che era di appena 300 nel 1551, salì nel 1833 a 1158 ed è ora raddoppiato.
Stia è un considerevole centro industriale, che utilizza la forza motrice dei suoi corsi d'acqua. Sino dai primi del secolo XIX vi sorse e vi ebbe sviluppo per iniziativa locale la tessitura della lana per la quale Stia è oggi, dopo Prato, il più importante centro laniero della Toscana.
La pieve di Santa Maria Assunta, del secolo XII, fu in passato molto manomessa e venne restaurata recentemente. Vi sono notevoli, oltre ai capitelli romanici: un'Assunzione, parte di un'ancona, del 1408, attribuita al cosiddetto "Maestro del Bambino vispo"; una Madonna col bambino e due angioli, tavola di scuola fiorentina del sec. XIII; il fonte battesimale del 1526; stemmi robbiani, una Madonna col Bambino, in terracotta invetriata, di Andrea della Robbia. Il "Palagio", proprietà Beni, è una riuscita ricostruzione dell'architetto Castellucci (1908).
Nelle vicinanze, Santa Maria delle Grazie, già fattoria dell'ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze, ha un elegante oratorio di architettura fiorentina del secolo XV, come l'attiguo chiostro, con grandiose pale in terracotta robbiana datate, del 1500, e altre opere d'arte.
Bibl.: C. Beni, Guida del Casentino, Firenze 1908, pp. 140-164.