Reich, Steve
Reich, Steve (propr. Stephen Michael). – Compositore statunitense di origine ebraica (n. New York 1936). Compiuti gli studi musicali presso la Juilliard school (1958-61) e il Mills college di Oakland (1962-63) sotto la guida di L. Berio e D. Milhaud, nel 1966 fonda l’ensamble Steve Reich and musicians. In breve tempo si afferma come uno dei più autorevoli esponenti del minimalismo musicale accanto a P. Glass. La ripetizione di cellule ritmiche che caratterizza i primi lavori lascia spazio a diverse influenze: di particolare rilievo le ricerche sulle strutture ritmiche e sugli strumenti a percussione della musica africana e balinese (Drumming, 1971; Music for mallet instruments, voices and organ, 1973; Music for eighteen musicians, 1974-76), il lavoro sul rapporto tra musica e linguaggio (Tehillīm, 1981, su testi dei Salmi; The desert music, 1984, su poesie di W.C. Williams) e le sperimentazioni vocali su nastro magnetico (Different trains, 1988). In collaborazione con la moglie, l’artista visuale B. Korot, realizza alcuni innovativi lavori come l’opera multimediale The cave (1990-92), City life (1996) e il progetto Three tales (1997-2002). Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il gipponese Preamium imperial award (2006), il Polar prize dalla Royal Swedish academy of music (2007) e nel 2009 il premio Pulitzer per Double sextet, per quattro voci ed ensamble (2007). I suoi lavori recenti rivelano una grande attenzione per l’attualità politica: nel 2006 firma l’opera Daniel variations (scritta in memoria del reporter Daniel Pearl assassinato in Pakistan nel 2002) cui fa seguito WTC 9/11 (2011), omaggio alle vittime dell’attentato terroristico dell’11 settembre. L’incontro tra avanguardia e jazz, l’esperienza minimalista e la ricerca etnomusicologica, unite a una spiccata sensibilità per le specificità delle tradizioni musicali e religiose, fanno dell’opera di R. una delle massime realizzazione della musica contemporanea.