STEUART DENHAM, Sir James
Economista, nato a Edimburgo il 21 ottobre 1712, morto ivi il 26 novembre 1780. Abilitato alla professione d'avvocato nel 1735, partì subito dopo per l'estero. Durante i suoi viaggi conobbe molti giacobiti e a Roma lo stesso pretendente, di cui divenne uno dei più devoti sostenitori. Rientrato in patria nel 1740, prese viva parte alla rivolta che condusse Carlo Edoardo sul trono di Scozia; ritornò quindi in Francia con incarichi ufficiali, ma qui lo raggiunse, dopo la sconfitta di Culloden, la condanna all'esilio. Passò gli anni seguenti in varî paesi europei. Solo dopo la pace del 1763 gli fu permesso di rientrare in Scozia.
La sua Inquiry into the principles of political economy (voll. 2, Londra 1767) può dirsi il primo tentativo serio di esposizione sistematica e di analisi teorica dei principî di politica economica. Lo St. appartiene come J. Tucker all'ultima fase del mercantilismo britannico; mentre quest'ultimo però è già uno scrittore di transizione, egli rimane strettamente fedele alle dottrine mercantiliste, per quanto intese con moderazione. L'opera sua, dimenticata dopo la pubblicazione (1776) della Ricchezza delle nazioni di Adamo Smith, destò più tardi grande ammirazione tra gli economisti tedeschi (specie G. Hufeland e W. Hasbach), che vollero vedere nello St. addirittura il fondatore della scienza economica. Più giustamente fu apprezzata da J.-B. Say, G. Kautz, J. Ingram e altri, che ne riconobbero i pregi (buone osservazioni circa i problemi della popolazione, la distinzione tra prezzo e valore, la domanda e l'offerta, ecc.), pur riconoscendo gli errori e i pregiudizî mercantilistici che legano l'opera al suo tempo. Scrisse varie altre opere, specie in materia monetaria e annonaria, riunite nell'edizione delle opere complete pubblicata a cura del figlio (voll. 6, Londra 1805).
Bibl.: S. Feilbogen, J. St. und A. Smith, in Zeitschr. für die gesamte Staatswissenschaft, XLV (1889), pp. 218-60.