stereotipo Opinione precostituita su persone o gruppi, che prescinde dalla valutazione del singolo caso ed è frutto di un antecedente processo d’ipergeneralizzazione e ipersemplificazione, ovvero risultato di una falsa operazione deduttiva. Questo termine fu usato per la prima volta con questa accezione dal giornalista O. Lippman. La maggior parte delle definizioni di s. sottolineano gli aspetti di ipersemplificazione e impermeabilità all’esperienza. Se valutati secondo i canoni della logica gli s. si presentano, dunque, come strumenti di pensiero ‘pseudo-logici’. La cosiddetta erroneità o falsità degli s. è stata analizzata sia con riferimento al processo che porta alla loro formazione (errori formali), sia con riferimento al loro contenuto (errori di fatto o osservazioni non conformi al vero). Quando si parla di s. in genere si fa riferimento agli s. sociali, ossia a credenze condivise da più persone (mentre gli s. personali rappresentano le opinioni di un singolo individuo). Gli s. sociali o di gruppo sono stati definiti operativamente nei termini della proporzione di membri di un gruppo che sono d’accordo nell’attribuzione di ‘etichette’ ai membri di un altro gruppo (eterostereotipo) o ai membri del proprio gruppo (autostereotipo). È dalla dinamica dei rapporti interpersonali che emerge più chiaramente la funzionalità degli s.: risparmio di energia psichica, funzione d’integrazione dell’individuo nel gruppo, funzione egodifensiva.