STEPTERIE (Τὰ Στεπτήρια o Σεπτήρια)
Con questo nome si designò, presso i Greci antichi, quella specie di dramma sacro che si celebrava, a Delfi, nella ricorrenza dei giuochi pitici (v. pitiche), di otto in otto anni. Con esso si voleva ricordare l'esilio di otto anni col quale Apollo si era purificato dell'uccisione del serpente Pitone. I singoli atti del rito appaiono assai complicati e molto oscuri quanto al loro significato e alla loro relazione con la leggenda di Apollo. Oscuri apparivano anche agli antichi. Dai più dei moderni si propende a credere che in questa sacra rappresentazione si conservassero particolari rituali proprî della religione primitiva locale anteriore al culto di Apollo; su di essi si sovrapposero poi la religione e i riti apollinei, sicché gli spettatori furono indotti a cercare nei miti del dio di Delfi la spiegazione di quei riti, di cui s'ignoravano ormai l'origine e il significato.
Bibl.: M. Nilsson, Griechische Feste, Lipsia 1906, p. 151; A. Mommsen, Delphica, Lipsia 1878, p. 210; Türk, s. v. Python, in Roscher, Lex. d. griech. u. röm. Mith., III, col. 3406; Höfer, s. v. Pythios, ibid., col. 3380; E. Pottier, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités, VIII, p. 1206 segg.; Pfister, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II A, coll. 1554 segg.