AUSTIN, Stephen Fuller
Nato nella contea di Wythe (Virginia) il 3 novembre del 1793, fu il creatore delle colonie americane del Texas, e l'iniziatore del movimento che doveva aprire agli Stati Uniti le porte dei territorî messicani. Già nel 1820 il padre di lui, Moisè (1767-1821), aveva concepito l'idea d'una colonizzazione americana del Texas, allora sotto il dominio spagnolo, e aveva ottenuto dal quel viceré il diritto di condurvi duecento famiglie. Stefano ereditò il progetto paterno, e nel 1821 dal governo messicano, che s'era intanto costituito, ebbe riconosciuta e confermata questa concessione. Nel gennaio del 1822 l'opera di colonizzazione s'iniziò: l'A. organizzò spedizioni di famiglie di lavoratori, raccolte in massima parte negli stati del sud, le quali si stabilirono con i loro schiavi negri su terreni di eccezionale fertilità lungo il Brazos; e nel 1824 ricevette dal governo messicano, verso il quale egli manteneva un atteggiamento di assoluta lealtà, poteri straordinarî. Questi poteri egli tenne fino al 1828, facendo del Texas la più tranquilla e la meglio amministrata delle colonie di frontiera. Presto tuttavia cominciò l'urto tra i coloni (nel 1831 circa ventimila) che volevano mantenere la schiavitù e il governo messicano che l'aveva invece abolita. L'A., benché personalmente antischiavista, riuscì per un certo tempo a evitare una crisi, ottenendo che i suoi coloni restassero di fatto, se non di diritto, possessori dei loro schiavi. Ma nel 1832 i Texesi decisero di staccarsi dallo stato di Coahuila. L'A., sebbene contrario alla rottura con il Messico, partì per Città di Messico come rappresentante dei Texesi per esporre al nuovo governo rivoluzionario le loro domande. Imprigionato dai Messicani, dopo diciotto mesi di carcere riottenne la libertà e tornò nel Texas (1835); ma le tendenze rivoluzionarie, alle quali egli s'era costantemente opposto, erano ormai in decisa prevalenza. Nel mese di novembre, infatti, una convenzione di coloni proclamò la separazione dal Messico. L'A., dopo essere stato per breve tempo e con poca fortuna al comando delle truppe rivoluzionarie, lasciò allora di nuovo il paese, questa volta per cercare negli Stati Uniti aiuti materiali e interessare gli Americani alle sorti della rivoluzione del Texas. Tornò l'anno dopo (1836) a Texas, e fu scelto quale candidato alla presidenza della repubblica, che era stata allora creata; ma Samuele Houston, l'eroe del fatto d'armi di San Jacinto, lo batté nelle elezioni. A., nominato segretario di stato, poté tenere l'ufficio solo pochi mesi, perché il 7 dicembre di quello stesso anno improvvisamente morì. In suo onore venne chiamata Austin la piccola città di Waterloo, quando nel 1839 fu scelta come capitale del Texas.
Bibl.: G. Wooten, History of Texas, voll. 2, Dallas 1899.