STEPHANOS (Στέϕανος, Stephanus)
Scultore della corrente neoclassica, attivo a Roma nella seconda metà del I sec. a. C.
La firma di S., che si dichiara allievo di Pasiteles, è incisa sul puntello di una statua di atleta nella raccolta di Villa Albani. S., maestro a sua volta di Cossutius Menelaos attivo al tempo di Tiberio, è forse vissuto negli ultimi decenni del I sec. a. C. Viene anche identificato con l'omonimo autore delle Appiades possedute da Asinio Pollione (Plin., Nat. hist., xxxvi, 33) ed eventualmente con l'ignoto scultore delle ninfe che adornavano una fontana nel Foro di Cesare (Ovid., Ars amat., i, 82: Appias; iii, 452: Appiades): opere tutte scomparse.
La ricostruzione della personalità di S. è dunque fondata sull'Atleta Albani, opera di grande cultura e di disinvolta eleganza, sulla quale un secolo di critica archeologica non ha pronunciato ancora una parola definitiva. Alla comprensione del monumento è certamente nuociuta la rielaborazione moderna che ha dato al marmo una levigatezza "canoviana" estranea all'originale, ma più ancora la preoccupazione di ricostruire attraverso di essa, come attraverso una copia più o meno elaborata, una scultura di età e di ambiente diverso: cioè peloponnesiaca dell'arcaismo maturo, o attica di stile severo o anche genericamente della Magna Grecia.
Che l'Atleta Albani possa servire alla restituzione di un archetipo della prima metà del V sec. a. C. è probabile, per quanti elementi la statua ha in comune con copie di varia età e provenienza, delle quali almeno una, rinvenuta ad Atene, è certamente indipendente dalla nostra. Ma l'opera di S., oltre che esser servita a sua volta di modello, almeno nel caso dell'altra replica Albani, ha evidenti e non inconsapevoli caratteri di indipendenza dalla tradizione arcaica, nell'impostazione stessa della figura, che richiede una visione di tre quarti, nella vivace proiezione lisippea delle braccia, nel disegno della pettinatura tipicamente augusteo, infine nel naturalismo dell'anatomia. Questa varietà di elementi, anzicché suggerire la rivalutazione dell'originalità di S., ha determinato per lo più un giudizio negativo dell'opera, come di un composito centone. Già il Brunn aveva però intravveduto nell'Atleta Albani la proposta da parte di S. di un nuovo canone, che si può forse precisare in una ricostruzione della ponderazione policletea, arricchita di diverse esperienze ellenistiche. Questa maniera di riscoprire il classico è del resto giustificata nello studio accademico che a Roma faceva capo a Pasiteles, artista egli stesso di grande erudizione.
Tenendo conto della provenienza del maestro dalla Magna Grecia, sarà forse possibile trovare nell'arte italiota della fine dell'ellenismo anche le premesse della ricerca di S.: confronti tipologici e stilistici con l'Atleta Albani sono stati per ora riconosciuti nella figura di efebo di un rilievo Campana, i cui precedenti si possono cercare nei rilievi funerari tarantini e nella pittura vascolare àpula.
Bibl.: O. Jahn, in Berichte der Sächsischen Gesellschaft d. Wissenschaften, 1861, p. 103 ss.; J. Overbeck, Schriftquellen, n. 2265; E. Loewy, I. G. B., n. 374; I. G., XIV, 1261; H. Brunn, Geschichte der Griechischen Künstler, II, Stoccarda 1889, p. 596; Brunn-Bruckmann, Denkmäler, n. 306; G. Hauser, Die Neuattischen Reliefs, Stoccarda 1889, p. 185; W. Klein, Vom antiken Rokoko, Vienna 1921, p. 91; G. Lippold, Kopien und Umbildungen Griechischer Statuen, Monaco 1923, p. 36; id., in Pauly-Wissowa, III A, 1929, c. 2451, s. v., n. 21; A. Della Seta, Il nudo nell'arte, Milano 1930, p. 598; M. Bieber, in Thieme-Becker, XXXI, 1937, p. 599; G. Becatti, Attikà, in Riv. Ist. Arch. St. Arte, VII, 1938-1939, p. 86; G. Lippold, Handb., III, i, 1950, p. 386; G. M. A. Richter, The Sculpture and Sculptors of Greeks, New Haven 1950, pp. 49, 182, 305; J. M. C. Toynbee, Some Notes on Artists in the Roman World, Bruxelles 1951, p. 21; G. M. A. Richter, Three Critical Periods in Greek Sculpture, Oxford 1951, p. 44; M. Borda, La Scuola di Pasiteles, Bari 1953, p. 22 ss. (con bibliografia delle repliche e dei confronti dell'Atleta Albani); M. Bieber, The Sculpture of Hellenistic Age, New York2 1961, p. 181: Per le Appiadi: G. Becatti, Letture pliniane, in Studi in onore di A. Calderini e R. Paribeni, III, Milano 1956, p. 199 ss.; 205 ss.