Pseudonimo dello scrittore tedesco Rudolf Leder (Chemnitz 1915 - Berlino 1997). Dopo un esordio poetico in cui si palesa una stretta aderenza ai canoni espressivi del surrealismo (Zwölf Balladen von den grossen Städten , "Dodici ballate dalla grande città", 1945) si avvicinò al realismo socialista. Nel 1979 ha pubblicato la raccolta di tutte le liriche (Gesammelte Gedichte).
Comunista, nel 1936 emigrò e partecipò alla guerra civile spagnola. Impegnato nella Resistenza francese incontrò P. Eluard, di cui tradusse le poesie. Nel 1945, a Zurigo, pubblicò la già citata Zwölf Balladen von den grossen Städten (Dodici ballate d, sua prima opera sotto pseudonimo. Tornato nel 1947 a Berlino Est, fino al 1963 ebbe incarichi di rilievo nella conduzione della politica culturale, e si batté per la riabilitazione del "decadente" Kafka e per contatti letterari più vivi fra Est e Ovest. Iniziò sotto l'evidente influsso del surrealismo (da ricordare le liriche di Wir verstummen nicht, 1945; 22 Balladen, 1947). In seguito si avvicinò al realismo socialista: il Mansfelder Oratorium, per la musica di E. M. Mayer (1950); le poesie di Der Flug der Taube (1952); le opere di narrativa Die Zeit der Gemeinsamkeit (1949), Die Zeit der Einsamkeit (1951) e, assai più tardi, Lebensfrist (1980) e Bestimmungsorte (1985). Il lungo silenzio creativo in sede poetica venne almeno in parte motivato dall'autobiografico Abendlicht (1979; trad. it. 1983). Nel 1990 un'ampia parte delle sue prose e poesie, da lui stesso raccolte, apparve in due volumi dal titolo: Erzählende Prosa e Gedichte und Nachdichtungen. Nel 1991 venne edita in Italia una scelta di racconti, composti tra il 1944 e il 1985, con il titolo L'età della solitudine e altri racconti.