stepchild adoption
loc. s.le f. inv. Istituto del diritto anglosassone con il quale si indica l’adozione, da parte di uno dei due componenti di una coppia, del figlio del partner, che diventa figlio acquisito.
• Ieri alcune strade della Capitale sono state tappezzate con manifesti abusivi contro le famiglie omosessuali e la proposta di legge Cirinnà che prevede la cosiddetta «stepchild adoption». (Roberto Ciccarelli, Manifesto, 19 settembre 2015, p. 4) • i grillini hanno messo in chiaro che non voteranno senza la stepchild adoption: «Niente passi indietro». Resta piuttosto il rischio del voto segreto sulle questioni «etiche»: il M5s potrebbe far mancare i suoi voti, nel buio dell’urna, per poi dare la colpa al Pd e a [Matteo] Renzi. (Laura Cesaretti, Giornale, 3 gennaio 2016, p. 6, Il Fatto) • «In Italia ci sono stati solo un paio di casi in cui il genitore non biologico in una coppia di uomini è stato riconosciuto, ma sempre grazie alla stepchild adoption, cioè ‒ spiega Alexander Schuster, il legale che ha rappresentato i due padri ‒ l’adozione in casi particolari ammessa dalla Cassazione per le coppie omosessuali, ma contestata di recente dal Tribunale di Milano». (Elena Tebano, Corriere della sera, 1° marzo 2017, p. 8, Primo piano).
- Espressione inglese composta dai s. stepchild ‘figliastro’ e adoption ‘adozione’.
- Già attestato nel Corriere della sera del 20 dicembre 2013, p. 10, Politica (Alessandro Trocino).
> adozione cogenitoriale, adozione del configlio, adozione del figliastro, adozione del figlio del partner, affido rafforzato.