Steno
Nome d'arte di Stefano Vanzina, nato a Roma il 19 gennaio 1917 e morto ivi il 13 marzo 1988. La sua filmografia è sterminata, con una particolare propensione per il cinema comico (diresse quasi tutti gli attori italiani, da Totò ad Aldo Fabrizi, da Vittorio De Sica a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, da Ugo Tognazzi a Bud Spencer, da Renato Pozzetto a Diego Abatantuono), ma senza tralasciare altri generi (nel 1972 con La polizia ringrazia iniziò il filone del poliziesco all'italiana). Come regista S. fu sempre al servizio dell'attore, come sceneggiatore il suo sforzo consistette nel costruire dialoghi e situazioni a favore dell'attore comico che lavorava con lui: una concezione del lavoro che è stata fondamentale per il cinema italiano e che S. ha trasmesso ai suoi figli, lo sceneggiatore Enrico (n. 1949) e il regista Carlo (n. 1951) Vanzina.
Laureato in giurisprudenza e allievo del Centro sperimentale di cinematografia di Roma, anche S. (che mantenne per tutta la vita lo pseudonimo con il quale firmava i suoi primi articoli sul giornale umoristico "Marc'Aurelio") approdò al cinema dopo essersi rivelato umorista corrosivo e innovativo, seguendo l'iter di Federico Fellini e di molti registi e sceneggiatori italiani. La sua carriera cinematografica iniziò nel 1939, quando Mario Mattoli lo scritturò insieme ad altri umoristi come gagman per Imputato, alzatevi!, primo grande successo cinematografico dell'attore Erminio Macario. Subito dopo S. si propose come sceneggiatore e lavorò in melodrammi e film d'avventura, anche se risultava sempre più evidente la sua propensione per il genere comico. Dopo aver firmato la sceneggiatura di I due orfa-nelli (1947) di Mattoli con Totò, restò a lungo legato all'attore napoletano che diresse più volte. Nel 1949 esordì come regista in coppia con Mario Monicelli dirigendo Totò cerca casa e Al diavolo la celebrità e nel 1951 Guardie e ladri con Totò e Aldo Fabrizi; il sodalizio con il regista toscano continuò per qualche anno, anche se S. si mostrò più interessato a film facili, divertenti e da girare in fretta. Nel 1954 ebbe l'intuizione che portò al successo Alberto Sordi, prima con un episodio di Un giorno in pretura e poi con Un americano a Roma: l'attore romano, che fino a quel momento non era riuscito a sfondare sul grande schermo, venne valorizzato proprio per la sua comicità graffiante e cattiva. In seguito S. diresse quasi sempre con successo i maggiori comici italiani valorizzando la coppia Ugo Tognazzi-Raimondo Vianello (nello scatenato A noi piace freddo…!!, 1960) e l'altro fortunato duo Franco Franchi-Ciccio Ingrassia (Un mostro e mezzo, 1964), dirigendo anche Renato Rascel (Tempi duri per i vampiri, 1959) e Lando Buzzanca (Il vichingo venuto dal Sud, 1971); nel 1962 aveva formato l'inedita coppia Totò-Walter Pidgeon in I due colonnelli, uscito anche negli Stati Uniti. Si trattava quasi sempre di divertenti parodie dei film e dei generi che stavano ottenendo un successo popolare, ai quali S. si accostava prendendone in giro i luoghi comuni e ottenendo effetti spesso irresistibili. Negli anni Settanta, firmandosi per la prima volta con il suo vero nome, sorprese tutti con La polizia ringrazia, che prendeva spunto da fatti di cronaca e politica e che si rivelò un modello di poliziesco d'azione molto imitato negli anni successivi, tanto da dar vita a un ampio filone. Ma negli stessi anni S. si dedicò anche a commedie più curate e ambiziose, come Doppio delitto (1977), con Marcello Mastroianni, e soprattutto La patata bollente (1979), primo film comico in cui l'omosessualità non viene presentata in termini negativi; non tralasciò comunque la comicità pura nello scatenato Febbre da cavallo (1976) e nemmeno le avventure per bambini (è il caso della serie interpretata da Bud Spencer e iniziata nel 1973 con Piedone lo sbirro). Oltre a pubblicare racconti brevi su varie riviste, S. nel 1944 aveva realizzato anche un vaudeville, Stella bianca, trasmesso dalla radio in lingua italiana e promosso dagli angloamericani a scopo di propaganda bellica.
B. Ventavoli, Al diavolo la celebrità. Steno dal "Marc' Aurelio" alla televisione. 50 anni di cinema e spettacolo in Italia, Torino 1999; Totò, a cura di G. Fofi, Roma 1972, passim.