STENEBEA (Σϑενέβοια)
La moglie del re Proitos (v.) che perseguita con il suo sciagurato amore e poi con la calunnia l'eroe Bellerofonte, è chiamata Anteia nell'epica e S. nella tragedia di Euripide di questo nome.
Che si tratti peraltro della stessa figura mitica risulta dalla identità della storia e dalla espressa attestazione di Apollodoro. Le rare apparizioni di questa regina passionale e violenta al modo di Fedra si hanno su alcuni vasi italioti e su due dipinti pompeiani, evidentemente dipendenti dalla tragedia di Euripide. Così S. figura opposta a Bellerofonte in quella che sembra una consueta scena di congedo senza alcuna ombra di tensione o presagio di sventura in un vaso di Napoli (Roscher). Più spesso una vaga minaccia sembra di intendere nella figura femminile troppo quieta e dimessa che assiste appoggiata al trono del re al congedo dell'eroe da Proitos: o che siede in disparte in un isolamento orgoglioso e turbato. La stessa nota di un congedo carico di sottintesa minaccia può vedersi nei due dipinti pompeiani (Wiener Vorlegeblätter, Ser. 8, 9, n. 2, 3). Un cratere a calice dell'Ermitage di Leningrado ci conserva invece in aspetti violenti e spettacolari la punizione dell'eroina: il corpo di S. che precipita a capofitto nell'etere mentre Bellerofonte sul cavallo alato fa un gesto di orrore (cfr. Inghirami, Vasi Antichi, i, 3).
Bibl.: Buslepp, in Roscher, IV, c. 1516 ss., s. v.; Geyer, in Pauly-Wissowa, III A, 1929, c. 2467, s. v.; K. Schauenburg, in Jahrbuch, LXXI, 1956, p. 59 ss.; Fr. Brommer, Vasenlisten2, Marburg-Lahn 1959, p. 226 ss.