USSI, Stefano
Pittore, nato a Firenze il 2 settembre 1822. ivi morto l'11 luglio 1901. Scolaro, all'accademia fiorentina, prima del Benvenuti e poi del Bezzuoli e del Pollastrini, interruppe gli studî per combattere volontario a Montanara, dove fu fatto prigioniero e internato a Theresienstadt. Rimpatriato, vinse nel '49 il concorso triennale dell'accademia con una Resurrezione di Lazzaro, e conquistò il pensionato di Roma con un Boccaccio chp spiega la Commedia di Dante; e a Roma rimase fino al '59, lavorando specialmente alla vasta tela della Cacciata del Duca di Atene (originale datato 1860 alla Galleria d'arte moderna di Firenze; bozzettone o replica più piccola in quella di Roma), cui è affidata la fama dell'U., per quanto la fedeltà storica, nella resa dei minimi particolari, sia quasi fine a sé stessa e non semplice mezzo ad esprimere un vivo e profondo sentimento rievocatore. Come pittore di storia, l'U. eseguì anche una Bianca Cappello che presenta a Francesco de' Medici gli Ambasciatori veneziani (opera lungamente e ripetutamente rielaborata); e trattò pure soggetti romantici, come l'Incontro di Dante e Beatrice condotto un po' troppo generisticamente. Il Machiavelli della Galleria nazionale d'arte moderna di Roma va considerato piuttosto un ritratto storico. Esegui anche ritratti dal vero, come quello di Vittorio Emanuele il per il senato, e quello di G. B. Niccolini, ora nella Galleria d'arte moderna di Firenze. Ma prove migliori del suo talento e delle sue possibilità diede in qualche ritrattino famigliare, e nelle pitture di soggetto orientale, suggeritegli dalla missione in Egitto per l'inaugurazione del Canale di Suez (1869) e dal viaggio al Marocco (1874) fatto insieme col Biseo e col De Amicis. Nella prima occasione, oltre a cose minori (quali la Fantasia araba della Galleria nazionale d'arte moderna di Roma) eseguì una grandiosa Partenza del tappeto per la Mecca, acquistata per il palazzo sultaniale di Costantinopoli; e nella seconda eseguì specialmente gustose impressioni marocchine (numerose nella Galleria fiorentina), che rivelano in lui un osservatore attento e sensibilissimo; mentre in certe composizioni di nudi muliebri, raggiungeva una piacevolezza decorativa.
Morendo lasciò un fondo cospicuo per l'istituzione di un Premio Ussi, affidato alla Accademia fiorentina delle arti del disegno; a questa legò numerosi suoi dipinti e bozzetti, ed alla Galleria degli Uffizì tutti i suoi disegni.
Bibl.: A. Faldi, S. U. (Commemoraz.), Firenze 1901; A. Conti, Comm. di S. U., ivi 1902; E. Somaré, storia dei pittori italiani dell'Ottocento, II, MIlano 1928, pp. 128-30, e 217-18 (con bibl.).