LUNETTI, Stefano
Nacque probabilmente nel 1465 a Firenze, come informa Milanesi, senza rendere nota la fonte, nel suo commento alla vasariana vita del pittore e miniatore Gherardo di Giovanni di Miniato (in Vasari, III, pp. 241 s. n. 4). Qui il L. è citato come suo discepolo, al quale il maestro lasciò "tutte le sue cose dell'arte" dopo la morte avvenuta nel 1497.
Una serie di documenti lo menziona, infatti, negli anni 1483-89 come garzone presso la bottega di Gherardo e del fratello Monte, la più importante a Firenze sullo scorcio del secolo, nella quale rimase almeno fino al 1500 (Levi D'Ancona, 1962, pp. 245 s.). Nel 1487, sempre secondo le notizie fornite da Milanesi, il L. sposò una nipote di Gherardo e Monte, Ginevra, dalla quale ebbe Tommaso.
Nel gennaio del 1504 gli furono corrisposti, da parte dei monaci della badia fiorentina, pagamenti per alcune miniature di un antifonario, non identificato tramite i documenti, ma che la storiografia da F. Rondoni (1876) in avanti ha voluto riconoscere nel manoscritto 549 (Firenze, Museo di S. Marco, Antifonario T), decorato nelle altre pagine da Giovanni Boccardi. La collaborazione con quest'artista è attestata anche da Vasari (III, p. 242), secondo il quale il L. avrebbe a sua volta lasciato a Boccardi "il miniare e tutte le cose sue appartenenti a quel mestiere", dopo avere deciso di dedicarsi all'architettura.
Fu Garzelli (1985) ad avviare una prima ricostruzione del corpus pittorico del L., a partire da un gruppo omogeneo di miniature del sopracitato Antifonario, costituito dagli Angeli che appaiono agli apostoli (c. 21v), dalla Pentecoste (c. 28v) e dalla Consacrazione dell'ostia (c. 43v).
Tali immagini si qualificano per uno stile vicino a quello di Monte e Gherardo, per la spiccata monumentalità delle figure e caratterizzazione dei volti, ma si distinguono per una narrazione più serrata e sintetica, sia nel numero dei personaggi sia nella costruzione spaziale.
Sulla base di tali caratteri formali è stata attribuita al L. una serie di miniature in alcuni codici fiorentini: i Santi (c. 250) e la Natività di Maria (c. 302) nel Messale per S. Maria del Fiore (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Edili, 109), opera della bottega di Gherardo e di Monte dopo il 1494; il frontespizio della Legenda et vita beati patris nostri Francisci (Londra, British Library, Harley, 3229) dei primi anni del XVI secolo; la Circoncisione (c. 37r) e la Strage degli innocenti (c. 40r) del Libro d'ore per Laudomia de' Medici e Francesco Salviati (Ibid., Yates Thompson, 30) del 1502; e, infine, il S. Lorenzo (c. 149v) e la Natività di Maria (c. 202v) dell'Antifonario E dal monastero di S. Spirito (Firenze, Museo di S. Marco, Mss., 568), datato fra il primo e il secondo decennio del Cinquecento. Alla mano del L. sono stati ricondotti anche il profeta Isaia (c. 88v) del Corale 4 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, da S. Maria degli Angeli, miniato per le restanti parti da Attavante Attavanti nel 1504-06, in cui sono da riscontrare analogie formali con Lorenzo di Credi (Levi D'Ancona, 1994, p. 78), del quale il L. fu testimone alla redazione del testamento il 3 apr. 1531 (Gaye); l'ultimo fascicolo (c. 339) di un Messale (Firenze, Biblioteca nazionale, Mss., II, IV, 481: Lazzi, pp. 131-139); e, inoltre, la decorazione del Libro d'ore (Madrid, Fundación Lázaro Galdiano, Mss., 15512) di Lorenzo de' Medici duca d'Urbino e Maddalena de La Tour d'Auvergne, regalo di nozze del papa Leone X, nel 1518, eseguita in collaborazione, su carte distinte, con Giovanni e Francesco Boccardi (Hidalgo Ogáyar, p. 105).
Si devono infine aggiungere le miniature di un esemplare delle Opere di Orazio (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, D'Elci, 516) stampato da A. Manuzio il Vecchio nel 1501 (Bussi Dillon).
Da questo insieme di opere emerge una personalità di spicco dell'ultima stagione della miniatura fiorentina, attiva soprattutto nell'ambito delle grandi committenze di carattere ecclesiastico.
A partire almeno dall'inizio del secondo decennio del Cinquecento il L. è documentato come architetto. La notizia vasariana per cui tale nuova attività sarebbe coincisa con l'abbandono della miniatura, non sembra comunque comprovata dai documenti, nei quali continuò a essere definito miniatore, fino alla morte. Inoltre negli anni 1515-18 risultano alcuni pagamenti da parte dei monaci del monastero di Vallombrosa per lavori, che data la modesta entità dell'esborso, sono da considerare miniature (Levi D'Ancona, 1962, p. 244).
Nel 1513 gli fu commissionata la costruzione del coro della chiesa di S. Maria del Sasso presso Bibbiena (Giordano, p. 69), cantiere che si protrasse fino al 1516, quando gli venne affidata la prosecuzione del chiostro del convento del quale completò almeno il braccio orientale e quello meridionale (ibid., p. 98; Mariotti, p. 27).
Membro della Compagnia della Purificazione e di S. Zanobi dal 1486 al 1500, e di nuovo almeno dal 1504, ne progettò dieci anni dopo la loggia, ora perduta, presso il giardino della nuova sede della Confraternita (Polizzotto, pp. 165 s.). Alcuni studiosi, come Colnaghi (p. 164), hanno sostenuto la paternità del L. anche per questo edificio; ma non si possiede alcun documento che lo comprovi. Successivamente rifiutò la candidatura a guardiano della Compagnia nel 1517 e nel 1532 (Polizzotto, pp. 156, 177), mentre ne fu procuratore nel 1533-34 (Levi D'Ancona, 1962, p. 244).
Nel 1519 dipinse dei drappelloni per le esequie di Lorenzo de' Medici, duca di Urbino (Milanesi, in Vasari, III, pp. 241 s. n. 4).
A partire dal 1521 il L. è spesso citato nei Ricordi e nel carteggio di Michelangelo Buonarroti, con il quale collaborò fino alla morte. Presso il cantiere della Sacrestia Nuova di S. Lorenzo a Firenze svolse la funzione di capomastro degli scalpellini, dirigendo la collocazione delle membrature architettoniche, la decorazione degli stucchi della volta, nonché la sistemazione della lanterna della cupola nel 1525 (Wallace, 1989 e 1994, p. 83). È documentato il suo impiego da parte di Michelangelo anche come disegnatore per alcuni progetti della Biblioteca Medicea nel 1524 e in occasione dei lavori di difesa della città di Firenze nel 1529 (Manetti, pp. 45 s.), quando dal 2 al 7 giugno lo accompagnò in un'ispezione delle fortificazioni di Pisa (Wallace, 1989, p. 35 n. 24). Gli è stato, inoltre, attribuito un disegno (Parigi, Musée du Louvre, Inv. 838), considerato precedentemente di mano di Michelangelo, per le tombe della Sacrestia Nuova (Wallace, 1987, pp. 242-250).
Vasari informa che prima di morire il L. era impegnato a dirigere i cantieri per la costruzione del ponte sulla Sieve, presso l'omonima località, e di quello sul Bisenzio a San Piero a Ponti, completati dal figlio Tommaso.
Non è noto il luogo della morte del L., avvenuta il 10 dic. 1534 (Milanesi, in Vasari, III, pp. 241 s.).
Fonti e Bibl.: G. Vasari, Le vite( (1568), a cura di G. Milanesi, Firenze 1878-79, II, p. 523 n. 1; III, pp. 241 s. n. 4; IV, p. 570; G. Gaye, Carteggio inedito d'artisti, I, Firenze 1839, p. 372; Guida del R. Museo fiorentino di S. Marco, Firenze 1876, p. 57 n. 1; M. Levi D'Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo. Documenti per la storia della miniatura, Firenze 1962, pp. 243-246; I Ricordi di Michelangelo, a cura di L. Bardeschi Ciulich - P. Barocchi, Firenze 1970, ad ind.; Il carteggio di Michelangelo, a cura di P. Barocchi - R. Ristori, II-IV, Firenze 1967-79, ad ind.; R. Manetti, Michelangiolo: le fortificazioni per l'assedio di Firenze, Firenze 1980, pp. 45 s., 113; B. Giordano, S. Maria del Sasso. Un fiore del Rinascimento casentino, Cortona 1984, pp. 69, 98, 213, 244; A. Garzelli, Miniatura fiorentina del Rinascimento 1440-1525. Un primo censimento, I, Firenze 1985, pp. 334-336; D.E. Colnaghi, Dictionary of Florentine painters from the 13th to the 17th centuries, a cura di M. Gregori, Firenze 1986, pp. 24, 44, 164 s.; W.E. Wallace, Two "Presentation" drawings for Michelangelo's Medici chapel, in Master Drawings, XXV (1987), 3, pp. 242-260; Id., The lantern of Michelangelo's Medici chapel, in Mitteilungen des Kunsthistoriches Institutes in Florenz, XXXIII (1989), 1, pp. 17-36; J. Hidalgo Ogáyar, Libro de horas de los Médicis de Lorenzo II el Joven, Madrid 1994, pp. 17, 82, 103, 105, 110 s., 132-137, 153 s.; W.E. Wallace, Michelangelo at S. Lorenzo. The genius as entrepreneur, Cambridge 1994, ad ind.; M. Levi D'Ancona, The illuminators and illuminations of the choir books from S. Maria degli Angeli and S. Maria Nuova in Florence, Firenze 1994, pp. 78 s.; A. Mariotti, Il santuario di S. Maria del Sasso a Bibbiena, in L'età di Savonarola: arte e devozione in Casentino tra '400 e '500. Miracula Sanctae Mariae Saxi, a cura di L. Borri Cristelli, Venezia 1998, pp. 27 s.; A. Bussi Dillon, Le aldine miniate della Biblioteca Medicea Laurenziana, in Aldus Manutius and the Renaissance culture. Essays in memory of F.D. Murphy, Firenze 1998, pp. 208 s.; G. Lazzi, S. L.: una presenza inquietante in un messale non fiorentino, in Riv. di storia della miniatura, III (1998), pp. 131-137; L. Polizzotto, Children of the promise. The Confraternity of the Purification and the socialization of youths in Florence 1427-1785, Oxford 2004, pp. 156, 165 s., 177; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIII, p. 471.