Grosso, Stefano
Padre somasco, professore nei licei (Albissola Marina 1824 - ivi 1903), apprezzato scrittore in greco e latino. Censore del testo della Commedia procurato dalla Crusca, " edizione veramente infelicissima " e dei suoi seguaci moderni, il Bianchi, il Fraticelli, il Giuliani, nonché del Biagioli " non critico ma grammatico solenne ", del Blanc che " pecca talora e gravemente di inesattezze e di omissioni, talora di arroganza ", del Lombardi, del Becchi, di quasi tutti insomma gli editori antichi e moderni, sembra accordare credito soltanto all'edizione del Witte. Assai, e talora forse troppo, polemiche alcune delle sue lettere, in cui tratta di questioni filologiche; tra le molte sono da ricordare: una Lettera filologica su D. e i poeti greci a P. Fanfani; due lettere a C. Negroni sull'avverbio parte (Novara 1880); una a I. Ferrari (Bologna 1881) sulle postille del Tasso alla Commedia, sulle quali ritornerà ancora (Fallo e ammenda, ecc., Verona 1889); un'altra lettera a C. Negroni (1886) su If V 84; una ad A. Fiammazzo (1888) su tre varianti al cod. Udinese allora scoperto. Ricche di dottrina e sottigliezze, queste lettere ci presentano più che un critico, un filologo competentissimo che esercita la sua intelligenza con forse eccessiva passionalità.
Bibl. - A. De Gubernatis, Dizionario biografico degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, 533-534; U. Nomi Pesciolini, Nuovi studi danteschi, Siena 1902, 13; C. Guerrieri-Crocetti, S.G., in D. e la Liguria, Milano 1925, 231-235.