GAVUZZI, Stefano Giuseppe Antonio
Giurista, epigrammista e poeta giocoso piemontese nato verso il 1709, morto a Vinovo nel 1782. Salì ai più alti gradi nel foro torinese e fu senatore. A buona cultura giuridica, letteraria e musicale, unì una vivezza di spirito e un lepore, che divennero proverbiali in Piemonte nella seconda metà del Settecento e nel primo Ottocento.
Giurista, fu collaboratore, anonimo, col conte Gaetano Galli della Loggia, nella notissima opera Pratica legale, Torino 1772; poeta giocoso, acquistò fama per le strofette dei pronostici nel Palmaverde, allora diffusissimo, per le Favole d'Esofago da Cetego, nelle quali fece la parodia delle favole settecentesche, e soprattutto per l'Adramiteno, dragma anfibio, rimaneggiato a varie riprese, pubblicato postumo a Tortona nel 1790, e ristampato poi a Torino più volte. Come il Valaresso col Rutzvanscad aveva parodiato la tragedia alla greca, così il G. nell'Adramiteno parodiò quei melodrammi dozzinali del Settecento, nei quali il libretto, asservito alla musica, finiva col non avere più senso e il lirismo si perdeva in bisticci e sguaiataggini.
Bibl.: T. Vallauri, Storia della poesia in Piemonte, Torino 1841, II, pp. 31-32, 376-377; R. Renier, L'Adramiteno, Ancona 1884, ristampato in Strenna a beneficio del Pio Ist. dei rachitici, Genova 1891; A. Manno, Intorno all'Adramiteno, in Giorn. stor. della lett. ital., III (1884), pp. 79-82.