STEFANO di Bourbon (Stephanus de Borbone)
Frate domenicano, predicatore francese, del sec. XIII, nato a Belleville-Sur-Saone (Rodano) verso il 1190-95, morto a Lione verso il 1261. Studiò all'università di Parigi ed entrò nella casa dei giacobini o domenicani, fondata nel 1218. Fece ritorno a Lione nel 1226, e predicò specialmente contro gli Albigesi e i Valdesi, in parecchie località della Francia, della Savoia e del Piemonte.
Durante le sue missioni si legò d'amicizia con molte persone illustri, dalle quali attinse un gran numero di ricordi e aneddoti che figurano nella sua opera, il Tractatus de diversis materiis praedicabilibus. Questo sermonario, redatto secondo il metodo adottato da Jacques de Vitry e san Domenico, si propone di fornire ai predicatori popolari i mezzi più atti ad agire sulle folle ed è per così dire una morale in azione. A questa opera, di grande importanza, attinse un gran numero di autori medievali. Così il De septemplici amore, forse di Umberto da Omans, generale dell'ordine domenicano, ne è un rifacimento della prima parte (cfr. L. Frati in Giornale stor. della lett. ital., VIII, 1886, p. 140-79). Fu ampiamente utilizzato anche nello Speculum morale, attribuito a Vincenzo di Beauvais. L'opera di St. è estremamente interessante per i fatti e i nomi ch'essa ricorda, relativi ai costumi e alla storia della Chiesa, e in specie degli ordini religiosi, nonché alla storia civile e religiosa in genere del sec. XIII. Lo stile dell'opera è mediocre, imitazione servile della frase francese corrispondente, e carico di trivialità. L'edizione, non completa, ma tuttavia più accettabile, del Tractatus, fu stampata da A. Lecroy de la Marche, per la Société de l'histoire de France, col titolo di Anecdotes historiques, légendes et apologues tirés d'Étienne de Bourbon (Parigi 1877).
Bibl.: Histoire littéraire de la France, XIX, Parigi 1838, pp. 27-38; B. Haureau, La chaire française du XIIIe siècle, ivi 1886.