COLONNA, Stefano
Figlio di Stefano di Niccolò, del ramo palestrinese della famiglia, e Sveva Orsini, nacque nel 1433 qualche tempo dopo la morte del padre, assassinato dal nipote Salvatore, mentre era in atto la repressione di Eugenio IV contro i Colonna: era stata loro inflitta la scomunica il 18 maggio 1431 ed il patriarca Giovanni Vitelleschi avrebbe distrutto la loro roccaforte, Palestrina, di lì a qualche anno (marzo-aprile 1437).
Salito al soglio pontificio Niccolò V, il C. e i consorti ottennero la restituzione dei beni loro confiscati; anzi il 6 maggio 1447 il C. sostenne di non essere mai stato compreso nella confisca comminata ai familiari. L'anno dopo si procedette alla divisione dei beni ed egli, separatosi dai cugini e dai fratelli, ottenne l'11 giugno Algido, Corcollo, Passarano e Palestrina. Il C. si accinse immediatamente alla ricostruzione di questa cittadina e già l'anno seguente aveva edificato il borgo e la chiesa di S. Antonio. Gli era stato proibito di fortificarla, ma una bolla del 13 maggio 1452 limitò questa proibizione soltanto alla rocca, confermando inoltre tutti gli antichi privilegi della città. Il C. fece così rialzare le mura e riattare la cattedrale, che fu terminata nel 1467.
Egli si dedicava intanto alla carriera delle armi e nel 1455 partecipò alla campagna che l'esercito pontificio, comandato da Giovanni da Ventimiglia, condusse contro Giacomo Piccinino, nel territorio di Siena. Morto Callisto III (6 ag. 1458), il C. partecipò al recupero, da parte dei Colonna, di Castelnuovo precedentemente occupato da Pier Luigi Borgia. Egli apparteneva alla fazione che faceva capo ad Antonio Colonna e che il 21 sett. 1464 Paolo II, appena divenuto papa, costrinse a venire ad un accordo e ad una tregua con quella degli Orsini, capeggiata da Napoleone Orsini. La fama e l'autorevolezza del C. crescevano intanto parallelamente all'età, tanto che quando, il 25 apr. 1476, il conte Girolamo Riario fece correre una solenne giostra a Roma a piazza Navona, il C. fu uno dei giudici di campo. Nel maggio successivo, ospitò in un suo castello a 14 miglia da Roma Caterina Sforza, che giungeva nella città. Nel 1479 egli ottenne da Sisto IV il marchesato di Penna, confiscata a Cesare Arcipreti di Perugia.
Quando il 12 apr. 1481 Sisto IV ammonì le due fazioni dei Colonna e degli Orsini di nuovo contrapposte dopo che il 15 sett. 1480 Pietro Margano, suocero di Francesco Della Valle, era stato assassinato da Prospero Santacroce, il C. fu uno dei membri della famiglia che prestarono giuramento, promettendo il mantenimento dell'ordine e l'instaurazione della pace. Egli era probabilmente già da allora al servizio di Ferdinando d'Aragona, impegnato nella riconquista di Otranto occupata dai Turchi. Era ancora presso quel sovrano, quando allo scoppio della guerra di Ferrara (1482) il pontefice lo richiamò insieme agli altri baroni romani al suo servizio. Mentre la maggior parte dei consorti lasciò disatteso l'invito del papa, il C., insieme a due figli, lasciò il Regno e, al pari degli Orsini, si mise a disposizione di Sisto IV.
Forte della sua posizione di lealtà nei confronti del pontefice, mentre il duca di Calabria giungeva in armi nella Campagna romana, il C., senza attendere alcun permesso, restaurava allora e fortificava la rocca di Palestrina. Sita in località ora denominata Castel San Pietro e quasi diruta, essa aveva sulla porta di accesso un'iscrizione che ricordava l'opera di riedificazione della città e del castello compiuta dal C. nell'anno 1482. Anche il palazzo baronale della cittadina, poi palazzo Barberini, presenta tracce di opere compiute all'epoca del Colonna.
Non si hanno del C., sotto i cui auspici furono probabilmente redatti gli statuti di Palestrina, altre notizie dopo quest'epoca.
Aveva sposato Eugenia Farnese, da cui aveva avuto Francesco, Giovanni Giordano e Pietro.
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