Figlio (n. 1265 circa - m. tra il 1348 e il 1350) del senatore Giovanni; senatore nel 1292, provocò nel maggio 1297 l'aperta rottura con Bonifacio VIII, avversario della sua famiglia, assalendone e trafugandone il tesoro sulla Via Appia. Scomunicato dal pontefice, fuggì in Inghilterra, da dove si trasferì in Francia. Morto Bonifacio, intraprese con esito felice una lunga lotta contro i Caetani, che si erano impossessati di molti dominî colonnesi, e riuscì a portare ancora una volta i C. in prima fila nella vita politica di Roma. Nel 1306 senatore con Gentile Orsini, nel 1309 riaccese la tradizionale ostilità contro quella famiglia. Appoggiò Enrico VII, e per lui fu ferito in Campidoglio (1312). Contro Giacomo Arlotti, creato dittatore del popolo romano per mettere pace, insorse con gli Orsini, e con questi riprese il dominio della città. Passò poi alla parte guelfa, e fu vicario di Roberto d'Angiò; nominato senatore di Roma da Giovanni XXII, si oppose a Ludovico il Bavaro che era sostenuto invece dal fratello Sciarra. Nel 1339 fu fatto senatore, contro il consenso del papa, da una sollevazione popolare, in un clima di aspettazione di ordine e pace, documentato forse dalla canzone Spirto gentil del Petrarca. Ottantenne, dovette sopportare il duro colpo inflitto alla sua famiglia dalla strage dei suoi, compiuta da Cola di Rienzo. Tra i figli, oltre a Stefano il Giovane, senatore di Roma nel 1332 e nel 1342, che morì nel 1347 combattendo contro Cola di Rienzo, sono da ricordare Giovanni, cardinale dal 1327, amico e protettore del Petrarca, e Giacomo (m. 1341), anche amico del Petrarca, vescovo di Lombez (dal 1328).