CHIANTORE, Stefano
Figlio del pittore Giuseppe e di Giovanna Maria, nacque a Savigliano (Cuneo) nell'anno 1772. Si formò presso il padre e poi a Torino. Secondo lo storico Turletti, eseguì vari ritratti a Savigliano e a Fossano, lavorando anche in quei centri come restauratore di quadri.
Nel 1812 a Torino partecipò a un'esposizione organizzata in occasione dell'onomastico di Napoleone con due quadri (oggi dispersi) eseguiti in collaborazione col padre: La posa della prima pietra del ponte del Po,nel 1810,con vista della campagna e delle colline a est di Torino, e Vista del nuovo ponte sul Po,della campagna e delle colline a est di Torino (Salon... 1812, p. 4).
Con regie patenti del 25 ott. 1814 veniva nominato da Vittorio Emanuele I suo "pittore in ritratti", con l'obbligo "di copiare ritratti, raccomodare quadri...". Tra i lavori citati dal Vesme esistono ancora due ritratti di Vittorio Emanuele I: unoconservato presso la prefettura di Torino, firmato a tergo e datato 1819; un altro all'Archivio di Stato di Torino, firmato a tergo e datato 1815. Tipici ritratti destinati a pubblici uffici, sono entrambi di scarsissima qualità e di valore meramente documentario. Un Ritratto di dama firmato a tergo "Stefano Chiantore pittore regio, 1829" è nel Museo civico d'arte antica a Torino. Non più reperibili quelli ricordati dallo stesso Vesme in palazzo reale. Il Museo civico di Savigliano possiede del C. un Ritratto di vescovo, già appartenente alla famiglia Pensa, dello stesso livello dei ritratti di Torino; è firmato e datato a tergo 1824 (la data e la firma sono state riapposte di recente, in seguito alla rintelaiatura del dipinto). Perduta è una Assunta del 1826, giànel S. Giovanni di Savigliano.
Come restauratore il C. non ebbe mano più felice: ritoccò il quadro del Van Dyck alla Galleria Sabauda I tre figli di Carlo I d'Inghilterra (intervento da tempo eliminato). Sempre per incarico del re restaurò e ripulì "tutti i quadri esistenti tanto nel salone che nelle Gallerie e camere del Real Castello di Moncalieri, che trovansi in grandissimo numero" (Sch. Vesme).Anche di questi interventi non rimane traccia: i recenti lavori di restauro negli appartamenti del castello hanno rimosso dai quadri superstiti le ridipinture del Chiantore.
Nel 1815 il C. fu nominato "Ispettore del grande convoglio di quadri già tolti dai Francesi e quindi restituiti al Ducato di Genova e Savona" (ibid.). Documentato ancora nel 1849, morì probabilmente l'anno stesso o il seguente, forse a Torino. Dalla moglie Dionigia Gay ebbe due figlie: Giovanna Maria (nata nel 1795) e Felicita (nata nel 1797), quest'ultima, anch'essa pittrice copista (ibid., p. 309).
Fonti e Bibl.: Salon de Beaux-Arts et manufactures à Turin... 1812, Turin 1812, p. 4; M. Paroletti, Turin..., Turin 1819, p. 381; C. Rovere, Descriz. del Real Palazzo di Torino, Torino 1858, p. 94; C. Turletti, Storia di Savigliano, Savigliano 1883-1888, II, p. 861; Schede Vesme, I, Torino 1963, pp. 307-12; L. Mallé, I dipinti del Museo d'arte antica, Torino 1963, p. 39.