CANZIO, Stefano
Nacque a Genova il 3 gennaio 1837 e ivi morì il 14 giugno 1909. Spirito arguto e ridanciano, formatosi a Genova in un periodo in cui numerosi proIughi e ardenti patrioti tenevano accesa la fiamma della libertà, s'era nutrito anch'egli di spiriti ribelli ed era quindi anelante di azione. Del suo patriottismo e del suo valore diede prova nel 1859, facendo parte di quei 48 volontarî che, sotto il nome di Carabinieri Genovesi, compirono prodigi di valore il 26 maggio a Varese e a Malnate e il 15 giugno a Treponti. Fra gli organizzatori della spedizione dei Mille, partecipò coi Carabinieri Genovesi alla battaglia di Calatafimi e fu ferito a Palermo, mentre combatteva valorosamente. Tornato al campo, presenziò all'incontro di Caianello (v.) fra Vittorio Emanuele II e Garibaldi, quindi seguì il dittatore a Caprera e un anno dopo, alla Maddalena, sposò la figlia di Anita, Teresita. Seguì Garibaldi a Sarnico, ad Aspromonte, nel Trentino, guadagnandosi a Bezzecca la medaglia d'oro al valor militare. A Mentana salvò Garibaldi da sicura morte, e ancora al seguito dell'eroe si trovò a Digione, dove combatté con un'audacia senza pari. Già al declinare della vita fu chiamato a istituire e dirigere il Consorzio autonomo del porto di Genova, dove, in momenti assai difficili, seppe egregiamente assolvere il suo compito. Recatosi durante una fiera burrasca a domare un incendio scoppiato nel porto di Genova, venne colpito dal male che poco dopo lo condusse alla tomba.
Bibl.: G.C. Abba, Ritratti e profili, Torino 1912; G. Castellini, Eroi garibaldini, parte 2ª, Bologna 1911; F. Ciccotti, S.C. e i suoi ricordi garibaldini, in Rivista d'Italia, 1909; A. Bassi, Scuole civiche genovesi, in Annuario del R. Liceo "A. Doria" di Genova, Genova 1925-27.