BLICHER, Steen Steensen
Poeta e novelliere danese, nato l'11 ottobre 1782 a Vium presso Viborg, morto a Spentrup il 26 marzo 1848. Discendente di famiglia di pastori protestanti, istitutore, insegnante, agricoltore locatario dei beni della parrocchia paterna, ebbe infine anch'egli assegnata, nel 1819, una sua parrocchia a Lysgaard e Torning, vicino al suo paese d'origine: trasferito alla parrocchia di Spentrup nel 1825, vi trascorse il resto della sua esistenza quasi senza interruzioni, monotonamente, fra difficoltà finanziarie sempre rinascenti e penose afflizioni famigliari. Anche come poeta, se conquistò presto una certa rinomanza come traduttore di Ossian (1807-09), si raggiunse solo lentamente: il suo primo volume di poesia veramente viva è Sneklokken (Campanule), uscito nel 1825. La sua ispirazione era di natura delicata ma semplice, e la sua arte riuscì ad affermarsi soltanto quando si fu liberata da ogni ricordo d'esperienza letteraria, nel raccoglimento d'una vita solitaria. Le liriche più belle del volume - Il Sorgen (Alla tristezza), Til Glaeden (Alla gioia), Hedelaerkens Velkommenhjem til Nattergalen (Il benvenuto dell'allodola della landa all'usignolo) - hanno, nella loro melodiosità, un tono candido, ingenuo, quasi popolare: il tono definitivo della poesia del B., che si ritrova di nuovo, più tardi, nelle Samlede Digte (Poesie complete. 1835-36), in Svithiod, Efteraars Erindringer fra en Sommerrejse i Sverig (1837), impressioni di un viaggio in Svezia, in Traekfuglene, En Naturkonzert (Uccelli di passo, Concerto di natura), ciclo di liriche in cui è data voce a tutti gli uccelli della landa, con un delicato Praeludium, pieno di stanco e dolce abbandono. E un tono non dissimile è altresì nelle novelle, che hanno reso il B. popolare, anche fuori di Danimarca, in tutto il Nord. La prima, Brudstykker af en Landsbydegns Dagbog (Frammenti del diario di un sagrestano di villaggio), uscì nel 1824; e a poco a poco vi fecero seguito parecchi volumi. Come pastor d'anime, il B. non fu mai, in verità, troppo zelante; ma, come uomo, partecipava con commosso cuore alla vita della semplice gente da cui era circondato; e ne trasse per i suoi racconti tutto un mondo poetico pittoresco e vario, ora malinconico ora ridente, delizioso di freschezza e di spontaneità. Contadini e signori, pastori e mendicanti, piccoli borghesi sedentarî, bizzarri tipi di vagabondi: è un po' tutto il popolo dello Jutland che vi è rappresentato: ma specialmente il popolo più umile, che il B. sentiva più vicino al suo spirito; e colpì allora il realismo dei suoi racconti. Ma è un realismo tutto istintivo soltanto e rudimentale, congenito alla naturalezza e immediatezza della sua arte. E al disotto di esso è invece un'ispirazione dolcemente romantica che, negli uomini e nella natura, sente la vita come idillio, anche se questa talora "le presenti bruscamente il suo volto tragico". Con tratti marcati di gaio umorismo sono spesso segnate le figure degli uomini; ma sempre la poesia delle vaste brughiere silenziose sembra confondersi con la poesia delle loro anime semplici, e un romantico senso di gentilezza umana anima il racconto delle loro varie vicende. Soffusi di questa vaga poesia sono tutti i racconti che più hanno serbato intatta la loro freschezza: Praesten i Veilby (Il parroco di Veilby), Ak, hvor forandret (Ahi, quanto cambiato!); Stakkels Louis (Povero Luigi); Kjeltringliv (Vita di vagabondi); Telse; Hosekraemmeren (Il venditore di pantaloni); Hattemageren (Il cappellaio); Kjaerlighed i Dagvognen (Amore in diligenza); Høstferierne (Le ferie d'autunno); Juleferierne (Le ferie di Natale); Marie; 14 Dage i Jylland (14 giorni nello Jutland). Alcune delle più ispirate composizioni, in verso e in prosa, sono scritte in dialetto jutlandese, e il B. le ha riunite nella raccolta E Bindstouw (1842; trae il titolo dalla Bindestue, dove le ragazze usavano radunarsi a far la veglia, lavorando alla maglia intorno a una tavola, e contiene appunto racconti e canti che durante la veglia s'intrecciano). Sebbene il silenzio, da cui l'opera del B. era rimasta per lungo tempo circondata, si fosse alfine spezzato e anche l'attività da lui prodigata per risvegliare) il sentimento nazionale, con le feste popolari sullo Himmelbjerg, fosse alfine coronata da largo plauso e successo, gli ultimi anni del B. furono estremamente tristi. La salute malferma, i dispiaceri lo abbatterono. Si diede al vizio del bere; e non fu più che "una pietosa rovina di sé stesso".
Opere: Una prima edizione delle novelle: B. s gamle og nçe Noveller, 7 voll., e delle poesie: Digte, 2 voll., fu curata, vivente ancora il poeta, da P. Møller, Copenaghen 1846-47; e fra le edizioni posteriori merita particolare rilievo quella curata da P. Hausen: Digte, 2 voll., Copenaghen 1870; Samlede Noveller of Skitser, 4 voll., Copenaghen 1882. Un'edizione critica di tutte le opere, comprese le poesie giovanili, i tentativi scenici, le descrizioni di viaggio, gli scritti varî, è curata da J. Aakjer e G. Christensen, Samlede Skrifter, Copenaghen 1924 e segg.
Bibl.: Oltre il saggio di P. Møller, in Kritiske Skitser, II, Copenaghen 1847, v. ora H. Hansen, Studier over B., Copenaghen 1898, e B.'s Barndom og Ungdom, Copenaghen 1902; e soprattutto J. Aakjer, St. Blickers Livstragedie, voll. 3, Copenaghen 1903-04.