STAZZONA
. Il contado di Stazzona, così come ci appare costituito alla fine del secolo VIII e nel secolo IX, comprende tutto il bacino del Lago Maggiore, da Sesto Calende a Locarno, esclusa la Valtravaglia e la costa da Ispra a Laveno, appartenenti al contado del Seprio. Alcuni vorrebbero includervi anche la Valle dell'Ossola (De Vit, Bianchetti) e tutta la valle superiore del Ticino (parte dell'odierno Sopraceneri); per il fatto che in queste ultime terre, a esclusione di Bellinzona e della Mesolcina, si estese la giurisdizione della Chiesa milanese. Ma le notizie in proposito sono ancora dubbie e scarse. Il centro ne fu Angera, nome che appare alla fine del sec. XII come sinonimo del primitivo di Staciona o Stazzona. Al tempo della pace di Costanza il comitato era, però, ridotto alla sola pieve di Angera, e di poi scomparve affatto come territorio giurisdizionale. La ricostruzione operatane dall'imperatore Venceslao (1397) in favore dei Visconti è puramente onorifica e ha origine nelle leggende create in onore dei duchi di Milano. Per tutto il sec. IX e per buona parte del X, fino a Ottone I, il contado fu amministrato direttamente dagl'imperatori e a varie riprese smembrato e diminuito con parziali infeudazioni o donazioni a privati o enti ecclesiastici: alla fine del secolo vi troviamo Riccardo, conte, della stirpe manfredingia e cugino dei conti di Pombia, di Arduino re d'Italia, di cui segue le sorti; a lui succede nel comitato, dopo la confisca operata da Enrico II e da Corrado, Uberto, fratello di re Arduino, che appare conte di Stazzona nel 1030. Poco dopo, però, forse a seguito delle lotte fra Arialdo ed Erlembaldo, capi della pataria, e i nobili, la signoria della riva lombarda del contado passa all'arcivescovo di Milano, mentre il rimanente del contado va smembrato fra i vicini conti di Biandrate, Pombia, Crusinallo e Castello. L'arcivescovo di Milano, peraltro, non s'intitola mai conte di Stazzona.
Bibl.: E. Riboldi, I contadi rurali del Milanese, in Archivio Storico Lombardo, 1903.