STAZIONE
. Antichità classica. - La voce statio presso i Romani fu adoperata a indicare locali e servizî amministrativi di vario genere e dipendenti da diversi rami dell'amministrazione statale.
In senso militare si disse statio un posto di guardia, indicandosi con la stessa parola e il locale o corpo di guardia e il contingente di truppa che lo presidiava. In modo particolare si dava tale denominazione al presidio che aveva la custodia delle porte dei campi trincerati e degli accampamenti, alla guardia alla tenda del duce e ai varî distaccamenti incaricati di servizî permanenti. Statio stava anche ad indicare i locali di un servizio amministrativo fiscale i cui addetti assumevano il titolo di stazionarî. Talvolta statio è sinonimo di ratio, che costituiva un ramo dell'amministrazione finanziaria, con i suoi uffici e i suoi funzionarî; normalmente una statio era una suddivisione della ratio. In senso generale statio è usata dagli autori e specificata nei testi delle leggi per denominare una delle tappe del servizio ufficiale postale e dei trasporti sulle vie principali dell'impero. Le stationes si distinguevano in due categorie, cioè in mansiones e in mutationes. Le prime erano locali di sosta, con trattoria, albergo e stallatico per passarvi la notte, le altre erano semplici posti di ricambio dei cavalli. Quindi le vere stationes erano le mansiones, tanto più che, oltre ad accogliere i viaggiatori, erano frequentate da uomini d'affari dei vicini centri abitati e da quanti desideravano apprendere le novità riferite da chi veniva da lontano. Le stationes erano disposte sulle grandi vie a distanza circa di un giorno di marcia l'una dall'altra; fra due mansiones si succedevano da 6 a 8 mutationes. Infine si dicevano stationes anche i luoghi ove si riunivano le flotte navali e i posti di polizia stabiliti in varie località d'Italia e dell'impero per la repressione del brigantaggio e della pirateria.