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COLORADO, Stato del

di Giuseppe CARACI - * - Enciclopedia Italiana (1931)
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COLORADO, Stato del (A. T., 127-28;142)

Giuseppe CARACI
*

Uno degli stati della Confederazione Nordamericana, abbracciante una superficie di 269.245 kmq., e il più densamente popolato fra i cinque stati meridionali delle Montagne Rocciose.

A prescindere dalle tracce di una civiltà precolombiana, simile a quelle del Nuovo Messico e dell'Arizona, il Colorado è stato per lungo tempo regione senza storia. Appena nella seconda metà del sec. XVIII comincia l'esplorazione ad opera degli Spagnoli, a cui seguono nel 1806, nel 1820, nel 1842 e 1844 i Nordamericani. Ma di una vera colonizzazione si può parlare solo a partire dalla metà del sec. XIX: quando, ceduta la regione dal Messico agli Stati Uniti nel 1848 (trattato di Guadalupe-Hidalgo; una parte del Colorado era già stata ceduta alla repubblica stellata nel 1803 dalla Spagna, insieme con la Luisiana), e scoperte nel '58 miniere di oro, vi affluirono numerosi emigranti. Costituito in territorio, nel 1861, il Colorado divenne però stato dell'Unione solo nel 1876. La vita interna del nuovo stato venne in seguito turbata a parecchie riprese da tumulti e violenze dei minatori.

Rientra per poco più di un terzo nella zona delle praterie (a E.) e per poco meno di un terzo nell'altipiano omonimo (a O.), divisi l'uno dall'altra per mezzo delle Rocciose meridionali. Queste constano di più serie di crinali paralleli e disposti da N. a S. a mo' di scenario, fra i quali sono comprese aree relativamente depresse (Parks) che corrispondono a infossamenti tettonici. La zona delle praterie e quella dell'altipiano non scendono mai, entro i confini dello stato, al disotto dei 1000 m., mentre i bastioni montuosi che tagliano questo nel senso dei meridiani si elevano compatti al disopra dei 3000 m. con numerose creste che oltrepassano i 4000 (M. Massive, m. 4396; M. Elbert, m. 4395; Blanca Peak, m. 4386; Uncompahgre P., m. 4360). Tutta la regione è solcata da un reticolo di cañones, volta al Platte, al Kansas e all'Arkansas verso N. ed E., al Colorado verso O., e al Río Grande del Norte verso mezzodì.

Il clima è tipicamente continentale, con forti oscillazioni annue e diurne (Denver: temp. massime 38°; minime −34°), e, salvo che nelle zone più elevate, arido o semi-arido: le precipitazioni sino scarse (al disotto dei 400 mm. annui in media; Denver mm. 322); irregolari, si concentrano nel periodo maggio-settembre, di solito in forma di violenti acquazzoni. D'inverno la neve copre, fino a quattro mesi, le zone più elevate. A Pikes Peak, la stazione meteorologica più elevata del mondo (m. 4300), la media annua è di −7,1; la piovosità di appena 740 mm. annui, con oscillazioni tra 1200 e 450 mm.

La maggior parte del paese è ricoperta da una vegetazione steppica a scrub oak (Quercus undulata) e a Cercocarpus ledifolius; le pendici dei monti sono rivestite nelle parti più elevate da foreste di conifere (limite superiore 3500 m., circa 1000 al disotto di quello delle nevi perenni). Malgrado ciò, l'europeo ha potuto introdurre tutte le piante tropicali e sub-tropicali (aranci, datteri, ecc.), grazie soprattutto all'intenso sviluppo dell'irrigazione artificiale. Accanto alla produzione di cereali (grano, orzo, avena), dell'erba medica (medicago sativa), degli alberi da frutta (mele), hanno preso piede alcune colture industriali, come quelle della barbabietola da zucchero e del cotone (qualità egiziane), di cui la prima alimenta un'industria fiorente. Le ampie distese prative dell'E. permettono l'allevamento su larga scala: oltre 1/2 milione di capi di bovini, oltre 21/2 di ovini, 1/2 milione di suini, e altrettanto di cavalli. Il sottosuolo non è men generoso: oro (Cripple Creek), argento (Creede), piombo, rame e zinco (Leadville) consentono una produzione annua per cui il Colorado è fra gli stati più ricchi dell'Unione. Non mancano giacimenti di antracite (Golden, Canyon City) e di ferro, e riserve petrolifere (Florence). Le industrie hanno perciò potuto assumere una grande importanza (1500 stabilimenti), con tendenza, in questi ultimi anni, a sviluppare le alimentari, mentre è diminuita l'importanza relativa dell'industria mineraria, sebbene il 1925-6 abbia segnato un profitto di oltre 60 milioni di dollari.

Il Colorado fu, con gli stati vicini, sede dei cosiddetti indiani Pueblo e dei Cliff-dwellers, ormai ridotti a meno di un migliaio di persone. Per contro, la popolazione bianca è andata rapidamente aumentando (98,3% del totale contro 1,2% di negri e 0,3% di gialli, quasi tutti Giapponesi), per la richiesta di braccia determinata dal fulmineo sviluppo della produzione mineraria; più tardi, per il fissarsi di una sempre più intensa popolazione agricola e per il progredire delle aziende volte all'allevamento. Il Colorado contava 540 mila abitanti nel 1900, 940 mila nel 1920, 1.120.000 nel 1930, con una densità quindi di poco più che 4 ab. per kmq., pur sempre inferiore alla media degli Stati Uniti.

Dei centri abitati, solo Denver, la capitale, oltrepassa i 100 mila abitanti (300 mila circa oggi), ma più d'uno supera o s'avvicina ai 25 mila. Questi centri sono distribuiti in prevalenza sul fianco orientale delle Rocciose, al contatto fra queste e la zona delle praterie (Pueblo, 50 mila ab., Colorado Springs, 35 mila ab., Boulder, Greeley, Trinidad, Cripple Creek, Canyon City, Florence, Fort Collins, ecc.) e devono il loro moderno sviluppo alla posizione che occupano sulle grandi vie di comunicazione fra l'Atlantico e il Far West, all'importanza assunta dal traffico ferroviario lungo queste, e all'impulso dato alle industrie. Nella zona occidentale i centri si distribuiscono lungo i fiumi, tendendo anche da questa parte l'insediamento a infittirsi in grazia delle vaste aree conquistate alla coltura dall'irrigazione artificiale (Uncompahgre River).

V. tavv. CLXXI e CLXXII.

Bibl.: W. F. Stone, History of Col., Denver 1918; Col. State Board of Immigration: Year Book of the State of Col., Denver 1924; C. W. Henderson, Mining in Col. a history of discovery, development and production, Washington 1926; J. F. Willard e C. B. Goodykoontz, Experiments in Col. colonisation 1869-72, in Univ. of Col. Histor. Collect., III, 1926.

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