Micronesia, Stati federati di
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato insulare dell'Oceania, nell'Oceano Pacifico Sud-occidentale. La dinamica demografica (107.008 ab. al censimento del 2000; circa 110.000 secondo una stima del 2005) appare caratterizzata da un incremento naturale elevato (i coefficienti di natalità e mortalità sono stati rispettivamente 24,68‰ e 4,75‰ nel 2006), che è contrastato da un cospicuo tasso migratorio (−21‰). La popolazione è composta da nove etnie micronesiane e polinesiane nonché da una piccola minoranza di filippini e meticci. La capitale, Palikir, nell'isola di Pohnpei, al censimento del 2000 contava 6227 abitanti.
L'agricoltura è stata a lungo la principale risorsa economica dell'arcipelago, tuttavia il settore appare in declino; tanto la pesca quanto la vendita delle relative licenze rappresentano adesso, agli inizi del Duemila, la principale, più importante fonte di reddito della popolazione. Le flotte commerciali straniere (in gran parte le flotte commerciali giapponesi) pagano ogni anno mediamente 20 milioni di dollari per avere il diritto di operare nelle acque territoriali appartenenti alla federazione.
Nel 2004 è stato siglato un accordo con l'Unione Europea della durata di tre anni: l'Unione Europea ha versato 560.000 euro per 8600 t annuali di pescato; il 18% di questo introito è stato destinato al finanziamento di programmi che sono volti a favorire lo sfruttamento sostenibile delle risorse relative all'attività della pesca. In sviluppo le attività turistiche (circa 20.000 arrivi annui), anche se si tratta ancora soltanto di un turismo elitario, formato da appassionati di immersioni subacquee, attratti dalla bellezza della piattaforma sottomarina e dalla ricchezza della fauna ittica. Determinanti per l'economia micronesiana sono, infine, gli aiuti finanziari da parte degli Stati Uniti.
Storia
di Paola Salvatori
La vita politica del Paese ruotò, nei primi anni del Duemila, intorno alla questione del rinnovo del Patto di libera associazione con gli Stati Uniti che, siglato nel 1982 ed entrato in vigore nel 1986, sarebbe scaduto nel novembre 2001. Le trattative furono avviate nel corso del 1999 e proseguirono negli anni seguenti, nella ricerca di un'intesa economica che soddisfacesse entrambi i firmatari. Ribadite le strette relazioni in materia di difesa militare, i punti più controversi riguardavano infatti l'entità degli aiuti economici concessi dagli Stati Uniti e il periodo della loro durata. Nel maggio 2003 fu raggiunto un accordo che prevedeva un piano ventennale di assistenza finanziaria da parte di Washington, pari a più di un miliardo e mezzo di dollari, da concedere in maniera decrescente nel corso degli anni per favorire il raggiungimento dell'indipendenza economica del Paese. Approvato dal Congresso statunitense nel novembre 2003 e successivamente emendato dalle rappresentanze di entrambi i governi nel giugno 2004, il nuovo patto fu accolto freddamente dall'opinione pubblica che lo riteneva peggiorativo rispetto al precedente in materia di aiuti finanziari.
La politica interna, che era ancora caratterizzata dalla mancanza dei partiti politici, rimase sostanzialmente immutata. Si verificò tuttavia un cambiamento ai vertici dello Stato: nelle elezioni che si svolsero nel marzo 2003 il presidente uscente L. Falcam venne sconfitto e, quindi, fu sostituito da J.J. Urusemal. Nel corso degli anni successivi una serie di scandali di carattere finanziario investì la classe di governo, generando naturalmente un diffuso malcontento in tutto il Paese. Sul piano internazionale la M. continuò la battaglia all'interno delle Nazioni Unite (ONU) contro l'inquinamento ambientale che, distruggendo la barriera corallina, minacciava l'integrità stessa delle coste.