statera
Nell'unica occorrenza dantesca la s., sorta di " bilancia a bracci disuguali ", è usata, secondo una lunga tradizione figurativa, come segno della valutazione che la divina giustizia fa degli atti umani: Io vo' saper se l'uom può sodisfarvi / ai voti manchi sì con altri beni, / ch'a la vostra statera non sien parvi (Pd IV 138).