Filosofo statunitense (Atlanta 1926 - Boston 2018), dal 1963 ha insegnato estetica nella Harvard University. Influenzato dai filosofi analitici, in partic. dagli esponenti della filosofia del linguaggio ordinario, ha seguito un originale percorso di ricerca (determinato anche dai suoi studi musicali) nel quale l'interesse per una questione filosofica tradizionale come lo scetticismo si coniuga con quello per le problematiche filosofiche sollevate dalle varie espressioni artistiche. Raffinato autore di scritti filosofici sul cinema e sui generi cinematografici hollywoodiani, C. dimostra un orientamento ermeneutico e degli interessi solo apparentemente eclettici che lo avvicinano alla sensibilità filosofica europea. Tra le opere: Must we mean what we say? (1969); The world viewed. Reflections on the ontology of film (1971); The senses of Walden (1972); The claim of reason. Wittgenstein, skepticism, morality, and tragedy (1979); Pursuits of happiness. The Hollywood comedy of remarriage (1981; trad. it. 1999); Disowning knowledge in six plays of Shakespeare (1987); This new yet unapproachable America. Lectures after Emerson after Wittgenstein (1989); Philosophical passages. Wittgenstein, Emerson, Austin, Derrida (1995); Contesting tears. The Hollywood melodrama of the unknown woman (1996); Emerson's transcendental etudes (2003); Cities of words: pedagogical letters on a register of the moral life (2004); Philosophy the day after tomorrow (2005); Little did I know. Excerpts from memory (2010).