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stancare

di Domenico Consoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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stancare

Domenico Consoli

In costruzione transitiva vale " render stanco ", imponendo una fatica: Se Giove stanchi 'l suo fabbro da cui / crucciato prese la folgore aguta / onde l'ultimo dì percosso fui; / o s'elli stanchi li altri a muta a muta / in Mongibello a la focina negra, ecc. (If XIV 52 e 55).

In costruzione pronominale sta per " divenir stanco ", " perder le forze ": Né si stancò d'avermi a sé distretto, / sì men portò sovra 'l colmo de l'arco (XIX 127).

Assolutamente, " mancare ", " venir meno ": impossibil veggio / che la natura, in quel ch'è uopo, stanchi (Pd VIII 114: " idest quod natura deficiat in necessariis ", Benvenuto).

Il participio passato adoperato con valore attributivo è molto vicino al senso di ‛ stanco ', cui aggiunge forse l'idea di una lunga fatica sopportata: piacemi di prestare un pocolino / a questa penna lo stancato dito (Rime CXIV 8), la mano " resa stanca " da opere quali il Convivio e il De vulg. Eloq.; può anche mettere in luce una nota di maggior prostrazione (ïo stancato e amendue incerti, Pg X 19), specie quando dalla sfera fisica si trasporta alla sfera spirituale: desidero con tutto lo cuore di riposare l'animo stancato (Cv I III 4).

Vocabolario
stancare
stancare v. tr. [der. di stanco] (io stanco, tu stanchi, ecc.). – 1. a. Logorare le forze, indebolire la capacità di resistenza fisica e psichica con affaticamento più o meno intenso e prolungato; affaticare: il lungo viaggio in treno mi...
stancaménto
stancamento stancaménto s. m. [der. di stancare], non com. – Il fatto di stancare, di stancarsi.
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