STAMPALIA (greco 'Αστυπάλαια, 'Αστροπαλιά; lat. Astypalea; turco Ustropalià; A. T., 90)
Isola più occidentale fra le maggiori delle isole italiane dell'Egeo, giace a 36° 34′ di lat. N. e a 26° 23′ di long. E. Dista 40 km. da Amorgo (una delle Cicladi) e 51 km. da Coo. Presenta una forma molto irregolare che ricorda quella di una farfalla. L'asse maggiore, lungo quasi 20 km., è diretto da OSO. a ENE., ma tutti gli elementi orografici dell'isola sono orientati NO.-SE. La superficie dell'isola ammonta a chilometri quadrati 96,22, ma con gl'isolotti dipendenti sale a kmq. 116,3. Fra questi, alcuni, come quelli di Cunupa, Ponticusa, Ofidusa sono prossimi all'isola maggiore; altri assai più lontani, come Sirina (36 km. da Stampalia), Zafrana (49 km.), ecc.
L'isola di Stampalia è composta di un'ossatura calcarea d'età prevalentemente cretacico-eocenica coperta da terreni arenaceo-marnosi eocenici in parte accavallati sui calcari. I fossili non sono rari. Analoga composizione hanno gl'isolotti dipendenti. Nella zona dell'istmo si notano anche crostoni di Neozoico marino.
La superficie dell'isola è in buona parte coperta da rilievi; più aspri, elevati e di tipo carsico sull'ala orientale composta dai calcari cretacici, dove culminano a 506 m. s. m.; più dolci nella parte centrale dell'ala opposta e sull'istmo, ove affiora la serie arenaceo-marnosa eocenica. I rilievi costieri dell'ala occidentale sono pure calcarei, ma d'età eocenica. La vegetazione arborea è quasi completamente assente.
La popolazione, in grande prevalenza greco-ortodossa, è assai modesta e secondo i dati più recenti (30 giugno 1934) ammonta a 1722 ab. Per quanto il nucleo principale sia raccolto nella cittadina che circonda il castello medievale dei Querini e nella piccola succursale marittima di Scala, quasi tutta l'isola è abitata. Rimangono solo escluse le zone più elevate dei gruppi montuosi e i versanti rivolti verso il mare. Addensamenti maggiori si notano sui fondo valle e nella parte centrale dell'istmo. Questa distribuzione degli abitati sta in rapporto con le zone agricole dell'isola. Gli abitanti sono infatti dedicati per lo più all'agricoltura (grano, orzo, uva, ortaggi) e alla pastorizia.
L'isola dovette la sua relativa importanza nell'antichità alla sua ubicazione marittima e alla comodità di rifugio che offriva nel procelloso mare di Scarpanto la grande Baia di Maltezana sulla costa meridionale dell'isola. Colonizzata dai Greci di Epidauro e non dai Megaresi, secondo una falsa notizia dello Pseudo-Scimno, non ricordata mai negli avvenimenti storici che si svolsero nel bacino dell'Egeo, sembra che abbia goduto, salvo brevi interruzioni, della sua piena autonomia politica. Dall'egemonia di Rodi dovette sottrarla Roma che strinse con il minuscolo stato un patto di alleanza, che un'iscrizione ci attesta rinnovato solennemente nel 105 a. C. Il capoluogo doveva sorgere sulla collina su cui si eleva l'odierno villaggio di Stampalia, ma nessun resto di edifici monumentali è rimasto in seguito ai successivi rifacimenti dell'abitato medievale. Presso il piccolo porto di Vaty nella metà orientale dell'isola, restano gli avanzi d'una torre di buona struttura greca.
Nel Medioevo (dal 1207) Stampalia fu governata per circa 300 anni dalla famiglia veneziana dei Querini che fece costruire il castello. Successivamente l'isola fu occupata dai Turchi che vi rimasero quasi ininterrottamente fino all'occupazione italiana, che avvenne il 28 aprile 1912.
Bibl.: Le iscrizioni greche sono raccolte in Corpus Inscr. Graec. Insul. maris Aegaei, 3, nn. 167-246; cfr. W. H. D. Rouse, Inscriptions from Astypalaea, in Journ. Hellen. Stud., XXVI (1906). Sulle antichità v. i pochi cenni di R. M. Dawkins e A. J. B. Wace, Notes from the Sporades, ecc., in Annual of the rit. School at Athens, XII (1906). Per la geografia dei luoghi, v. A. Martelli, L'isola di Stampalia, in Boll. Soc. geograf. ital., s. 5ª, II (19137.