STAMPA DEI TESSUTI
TESSUTI (XXXII, p. 465).- Il nuovo procedimento di stampa al quadro di recente introduzione in Europa ha raggiunto in questi ultimi anni, particolarmente in Italia, uno sviluppo sorprendente ed oggi occupa un posto importante accanto alle normali operazioni di stampa a macchina, a mano e con l'areografo.
Il principio di questo procedimento - probabilmente di origine orientale - consiste nel far passare la pasta addensata del colore attraverso le maglie di un setaccio molto fine, generalmente una tela da buratto di seta, di nylon o più raramente di bronzo fosforoso. La tela viene tesa su di un telaio leggero di legno o di metallo e l'incisione, anche se questo termine è qui improprio, consiste nel ricoprire con una vernice gli spazî attraverso i quali il colore non deve passare sul tessuto da stampare; questo, di origine vegetale, artificiale o animale, è incollato su di una sottopezza e fissato su di un lungo tavolo. Durante la stampa di un colore il quadro viene spostato sul tessuto in base a dei riscontri sistemati lungo il tavolo, i quali ne permettono il rientro secondo il rapporto preciso del disegno; si ha così la possibilità di ripetere più volte la stessa operazione di stampa ad intervalli esattamente corrispondenti. Il colore accumulato ad una estremità del quadro viene trasportato all'altra estremità per mezzo di una spatola guarnita di gomma e viene costretto in questo modo ad attraversare gli spazî della tela non ricoperti dalla vernice. Il numero dei colori presenti nel disegno da riprodurre richiede un numero corrispondente di quadri e dopo la stampa di ogni colore si passa con le medesime modalità alla stampa di quello successivo e così di tutti gli altri. I tessuti stampati ed asciugati richiedono quindi il vaporizzaggio per la fissazione dei coloranti e le altre normali operazioni di finitura.
La preparazione dei quadri viene eseguita generalmente con il procedimento della fotoincisione: il disegno da riprodurre viene scomposto, secondo il numero dei colori che lo compongono, in tanti disegni parziali i quali vengono trasportati su di una carta translucida e fissati sul tessuto di seta del quadro, dove è stata spalmata uniformemente una soluzione di gelatina, contenente bicromato ammonico ed eventualmente ossido di zirconio, che viene poi esposta per circa un minuto alla luce di una lampada a vapori di mercurio o ad arco. La carta translucida lascia passare i raggi luminosi nei punti dove non esiste il disegno, sensibilizzando e rendendo insolubile la gelatina; le parti disegnate invece impediscono che la luce possa sensibilizzare la gelatina, la quale essendo ancora solubile può essere asportata.
La stampa al quadro si è particolarmente affermata per i vantaggi che presenta e che si possono riassumere nei seguenti: un non elevato investimento di capitali per l'impianto, una sollecita messa in opera dei disegni scelti, una stampa rapida e indipendente dal numero delle pezze da stampare, una modesta specializzazione della mano d'opera ed un'eccellente qualità di esecuzione.
Nel campo dei coloranti, diversi sono i nuovi prodotti applicati nelle principali lavorazioni della stampa moderna.
Si ricordano in primo luogo i sali di blu Acna V e RT, cioè rispettivamente i sali di diazo stabilizzati della metossiamminodifenilammina e dell'amminodifenilammina, i quali con le arilidi dell'acido betaossinaftoico producono dei toni blu molto interessanti che hanno sostituito in gran parte l'indaco nella stampa dei tessuti di cotone e specialmente nell'articolo riserva dove è possibile ottenere su fondo blu degli effetti bianchi e variamente colorati di grande vivacità di tono.
Hanno trovato anche larga applicazione i prodotti denominati Citazina e Citazolo, i cuali permettono di ottenere direttamente nella stampa del cotone e nelle riserve sotto nero di anilina il colorante sintetico insolubile, senza procedere alla preliminare impregnazione del tessuto con la soluzione naftolica. I coloranti Citazina sono miscele di nitrosoammine e e di naftoli, i coloranti Citazolo miscele di composti diazoamminici e di naftoli; in entrambi i casi i due componenti reagiscono fra di loro con formazione del colorante solo in presenza di un acido organico. Pertanto l'applicazione viene eseguita nel modo seguente: i coloranti si portano in soluzione con un alcali, si aggiungono all'addensante, si stampano, si vaporizzano e quindi si sviluppano in presenza di un acido; lo sviluppo può essere effettuato anche durante la vaporizzazione se questa viene eseguita in ambiente di un acido organico volatile. Studî recenti hanno permesso di eliminare lo sviluppo acido col vantaggio di rendere possibile l'applicazione contemporanea dei Citazoli con i coloranti al tino.
Un certo interesse hanno ultimamente suscitato i nuovi coloranti preparati dall'Interchemical Corporation di New York con la denominazione di Aridye, i quali sono pigmenti colorati dispersi in una resina sintetica. Per il loro impiego nella stampa occorre che siano trasformati in un'emulsione del tipo acqua in olio mediante un solvente (un idrocarburo del petrolio ad alto grado di ebollizione e con un basso livello di evaporazione a temperatura normale) e la quantità necessaria di acqua. Il taglio di questi coloranti viene effettuato con l'aggiunta di una resina sintetica incolore la quale, emulsionata, costituisce l'addensante. L'applicazione degli Aridye avviene nelle normali macchine da stampa; successivamente il tessuto stampato viene asciugato e sottoposto ad un riscaldamento alla temperatura di 15o° C per 5 minuti allo scopo di provocare la polimerizzazione della resina. I vantaggi di questi coloranti sono notevoli: eliminazione delle varie operazioni di vaporizzaggio, di lavaggio e di saponatura, vivacità di toni, alta resistenza alla luce, al lavaggio ed al cloro; posseggono però una scarsa resistenza allo sfregamento.
La stampa della nuova fibra superpoliammidica, il nylon, ha assunto per il momento delle proporzioni che non possono essere definite di carattere industriale, ma solo di fase sperimentale. Per quanto si riferisce al suo comportamento nella stampa, il nylon può essere accostato sotto alcuni punti di vista alla seta, da cui si differenzia però per le sue caratteristiche fisiche: la fibra superpoliammidica tende infatti ad assorbire con grande facilità le sostanze di qualsiasi natura eventualmente presenti, specialmente allo stato di massima suddivisione, nella soluzione o nelle paste di stampa; si dovranno per esempio escludere nella corrosione su nylon quei procedimenti che utilizzano la polvere di zinco, in quanto questo prodotto verrebbe assorbito in quantità sensibile dalla fibra.
Nella stampa diretta del nylon sono principalmente utilizzati i coloranti acidi, in misura minore i coloranti diretti e quelli per raion acetato. I coloranti acidi possono pertanto essere considerati fra i prodotti più interessanti nella stampa del nylon: essi vengono preferibilmente applicati in presenza di ossalato ammonico e permettono di ottenere delle stampe molto vivaci e caratterizzate da buone solidità all'acqua ed al lavaggio. I coloranti diretti, generalmente di scarsa vivacità di tono, non sempre rîchiedono la presenza dell'ossalato ammonico; è invece consigliabile un'aggiunta di urea allo scopo di favorirne la solubilità; i coloranti per raion acetato hanno sovente un grado di dispersione insufficiente per cui è necessario aggiungere ai colori di stampa alcuni prodotti (come l'acetina, il tiodietilenglicole ed il sale solvente B) per migliorare la dispersione del colorante nella pasta. I varî coloranti dopo la stampa e l'asciugamento richiedono per la fissazione un vaporizzaggio in caldaia senza pressione, per la durata di circa un'ora. Nella stampa per corrosione del nylon viene generalmente impiegato il solfossilato di zinco formaldeide con un'aggiunta di ossido di titanio che contribuisce sensibilmente a migliorare il bianco delle corrosioni.