stagione
" Periodo di tempo ", con riferimento a una delle quattro s. astronomiche: la terra altrimenti [cioè " in modo diverso "] è disposta una stagione a ricevere lo seme che un'altra (Cv IV II 7). Unito a qualificazioni attributive o predicative forma espressioni che designano la primavera, in If I 43 la dolce stagione, e l'inverno, in Rime C 46 tanto è la stagion forte ed acerba, / c'ha morti li fioretti per le piagge.
Sta per " tempo ", genericamente, in Fiore CLXVII 3 quand'e' le pare di mangiar stagione, e XXXIV 4 pena del ninferno è riso e gioco / ver quella ch'i' soffersi a la stagione, " in quel tempo, allora " (Parodi), meglio che " in quell'occasione " (Petronio); per " tempo giusto ", " momento opportuno ", in Rime LXII 5 quando fie stagion, coi dolci impiastri / farò stornarvi ogni tormento agresto, e Cv IV XXVII 2 a ciascuna parte de la nostra etade è data stagione a certe cose (dove traduce il termine tempestivitas di Cicerone (Senect. X 33 " suaque cuique parti aetatis tempestivitas est data ").
La locuzione avverbiale ‛ lunga s. ' equivale a " per lungo tempo ": dormendo si riposa / tal volta poca e tal lunga stagione (Vn XX 4 4); L'amaro lagrimar che voi faceste, / oi occhi miei, così lunga stagione... (XXXVII 6 2).