STAGI
. Scultori versiliesi fioriti tra la fine del sec. XV e l'inizio del XVI.
Lorenzo, nato presso Pietrasanta intorno al 1455, ivi morto nel 1506, collaborò probabilmente col Civitali nei lavori del duomo di Lucca (coro, intorno al 1478; fregio del tempietto del Volto Santo, 1482; parti del sepolcro di S. Romano, 1490), come fanno supporre successivi rapporti con quell'artista e il palese influsso dei modi di lui nelle sue opere certe. Queste sono, per il duomo di Pietrasanta: il tabernacolo dell'altar maggiore (1497-1502, ora in parte nella chiesa di Farnocchia presso Stazzema; la base, commessa nel 1504, è rimasta sul posto a sostenere il pulpito di Donato Benti), e la recinzione corale (dal 1502, compiuta dopo la sua morte, solo in parte conservata) simile a quella del Civitali nel duomo di Lucca. Gli si attribuiscono frammenti di alcuni altari già nel duomo di Pisa (1486-88, ora nel Camposanto) e opere minori a Pietrasanta e nei dintorni.
Stagio, figlio di Lorenzo, nato sulla fine del sec. XV, morto a Pisa nel 1563. Probabilmente, da Donato Benti e dagli scultori fiorentini che convenivano alle cave di Carrara, dové derivare l'armonico classicismo decorativo delle sue prime opere certe: nel duomo di Pietrasanta, due acquasantiere (1521); due capitelli nei pilastri dell'arco dell'abside, già sostegno di angeli del Benti (1522), e, attribuiti con molta probabilità, due grandi candelieri in marmo. Nel 1523, a Pisa, fece parte della maestranza che conduceva, diretta da P. Fancelli, la serie di altari nel duomo iniziata dal Civitali. Collaborò in parti non ben definite a quello di S. Biagio (1524-25) e, dopo un'assenza da Pisa nella peste del 1526, di cui fu vittima il Fancelli, tenne, dal 1527 alla morte, la direzione complessiva dell'opera (1532, altare dei Ss. Battista e Giorgio; 1533, dei Ss. Maia e Clemente; 1535, dei Ss. Martiri; 1539, forse, quelli della Concezione e di S. Lorenzo; 1545-46, di S. Luca e di S. Matteo). Frattanto aveva compiuto (4 luglio 1527) il monumento funebre di F. Decio (Camposanto), iniziato nel 1523 dal Fancelli, cui si deve, forse, il disegno complessivo. E oltre a due colonne (1527) presso l'altar maggiore del duomo, è di questi anni (1528) il bel capitello marmoreo base all'angelo di S. Lorenzi, iniziato dal Fancelli, ma in massima parte dello St. che accentuò nelle forme da lui apprese i contrasti plastici e chiaroscurali, rese più flessibile il disegno, per influsso forse del Tribolo che fu a visitarlo a Pisa. Negli ultimi anni, salvo soste a Pietrasanta (ad es., nel 1538; inizio dell'incrostazione marmorea del campanile del duomo), conduce nella cattedrale di Pisa, dal 1546, l'ornamentazione dell'altar maggiore e in seguito (dal 1563) la cappella dell'Incoronazione, nel corso della quale opera muore.
Bibl.: G. Vasari, Le vite, ed. Milanesi, Firenze 1878-85, II, p. 484 e VI, p. 60; Monumenti sepolcr. d. Toscana, disegn. da V. Gozzini e inc. da G. P. Lasinio, ivi 1819, XLVII, pp. 99-100; V. Santini, Commentarii stor. sulla Versilia centrale, Pisa 1858-63, VI, p. 63 segg.; S. Varni, Di M. Lor. e Stagio S. da Pietrasanta, Genova 1868; L. Tanfani-Centofanti, Delle opere di scultura di Pand. Fancelli... e St. St. nel duomo di Pisa, Pisa 1877; E. Ridolfi, L'arte in Lucca, ecc., Lucca 1882, n. i, p. 158; L. Tanfani Centofanti, Not. di artisti tratte da documenti pisani, Pisa 1897, alla voce; C. Aru, Gli scult. di Pietrasanta, in L'Arte, IX (1906), p. 467; id., Scultori della Versilia, ibid., XII (1909), p. 269 segg., con più particol. bibliogr.; R. Papini, Pisa (Catal. d. cose d'arte e di antichità d'Italia, s. 1ª, fasc. 2°, parti 1ª e 2ª), Roma 1912-14, passim; P. Bacci, Gli angeli di Silvio Cosini nel duomo di Pisa, in Boll. d'arte, XI (1917), p. 116.