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algoritmo, stabilità di un

Enciclopedia della Matematica (2013)
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algoritmo, stabilita di un


algoritmo, stabilità di un capacità di un algoritmo di fornire in output risultati attendibili quando l’insieme dei dati in input cambia, sia come valori sia come quantità di dati iniziali. Si supponga di dover trovare la soluzione x del problema generale P(x) = d, dove d rappresenta genericamente un dato numerico del problema e P la relazione funzionale, caratteristica del problema in esame, che lega x e d. Si tratta di un → problema ben posto se per un certo dato d la soluzione di P(x) = d esiste, è unica e dipende con continuità da d. Quest’ultima proprietà implica che piccole modifiche del valore di d diano origine a piccole variazioni della soluzione x, sia percentualmente sia in valore assoluto.

Tenendo conto delle caratteristiche dell’aritmetica finita propria di un automa esecutore (→ aritmetica finita (di macchina)) e degli errori di approssimazione, un algoritmo si dice stabile se la propagazione degli errori dovuta ai calcoli è limitata e controllabile a priori. Un algoritmo è più stabile di un altro se l’influenza degli errori nel primo è minore che nel secondo. In generale si può affermare che la stabilità di un algoritmo dipende da due fattori concomitanti: il primo è l’alterazione della soluzione in funzione dell’alterazione dei dati iniziali; il secondo è la modalità di propagazione degli errori.

Il primo fattore è direttamente connesso con la proprietà di dipendenza continua della soluzione dai dati, e non dipende dall’uso dell’aritmetica finita di macchina ma dal problema stesso e dalla sua implementazione algoritmica. Formalmente, se si opera una variazione ∗d del dato ci si può chiedere quanto valga la variazione ∗x della soluzione che risolve il problema P(x + ∗x) = d + ∗d.

Si può effettuare una stima quantitativa di questa dipendenza introducendo l’indice di condizionamento relativo del problema

formula

Se x = 0, d = 0 si può calcolare l’indice di condizionamento assoluto del problema tramite la relazione

formula

Se Cr è grande, il problema P è mal condizionato forse perché mal posto; ma se P è ben posto e Cr è grande, occorre riformulare il problema in altro modo.

Per esempio, si consideri il problema di trovare la soluzione del seguente sistema

formula

La soluzione è x = 100.001; y = 100.000. Se si opera una piccola variazione nel coefficiente della y scrivendo al posto di −1,00001 il valore −0,99999

formula

si trova la soluzione x = −99.999; y = −100.000.

La variazione sui dati è ∗d = −0,99999 + 1,00001 = 2 · 10−5, ma ha causato un’alterazione molto grande nella coppia di numeri soluzione del sistema

formula

Infatti l’indice di condizionamento relativo in questo caso è molto grande e vale Cr = 2 · 1010.

Oltre alla dipendenza della soluzione dai dati, gioca un ruolo importante nella stabilità la propagazione degli errori dovuti all’aritmetica finita della macchina. Si consideri, per esempio, un algoritmo per il calcolo della successione delle seguenti somme parziali, avendo a disposizione 4 cifre per la mantissa; successione che si può scrivere in forma ricorsiva:

formula

Utilizzando questa formula si scrive l’algoritmo di somma

formula

Tuttavia se si esegue, passo dopo passo, il calcolo effettivo, senza considerare le limitazioni sulla mantissa si ottiene

formula

che viene approssimato a 0,5055 · 104;

formula

e così via. Il risultato è costante, sempre uguale al primo termine della sommatoria. Questo esempio estremo mostra che l’algoritmo così definito è notevolmente instabile, in quanto l’aritmetica finita della macchina a disposizione non permette di effettuare la corretta sommatoria desiderata, fornendo sempre un risultato costante, pur aggiungendo un termine diverso da 0 a ogni iterazione. Si può modificare l’algoritmo nel modo seguente per ottenere il risultato corretto:

formula

A ogni passo il calcolo viene effettuato efficacemente perché coerente con l’implementazione numerica a disposizione (4 cifre per la mantissa). Per N = 10 si ottiene per esempio T = 0,0004 · 104 e il risultato finale non risulta affetto dall’errore precedente:

formula

Questa è una regola generale per la somma di numeri macchina; infatti, per minimizzare la propagazione degli errori, è necessario eseguire la somma dal più piccolo al più grande.

Vedi anche
applicazione Matematica Il concetto di a. è una generalizzazione del concetto classico di funzione (➔ corrispondenza). Si parla di a. di un insieme P in un insieme Q, quando tra i due si stabilisce una corrispondenza del tipo seguente: a ogni elemento di P corrisponde un ben determinato elemento di Q, mentre un elemento ... calcolo Insieme di procedimenti matematici atti a dare la soluzione di un dato problema. Informatica Sistemi di c. Complesso di unità periferiche con le quali e per mezzo delle quali un calcolatore, specialmente di medie o grosse dimensioni, viene utilizzato per l’acquisizione, la restituzione, la conservazione ... robot Manipolatore riprogrammabile, multiscopo progettato per muovere oggetti, parti, attrezzi, o apparecchiature specializzate attraverso vari movimenti, programmati per l’esecuzione di una varietà di compiti. In informatica, software che analizza i contenuti di una rete (o di un database) in modo metodico ... grafo Nel linguaggio scientifico, struttura relazionale formata da un insieme finito di oggetti detti nodi o vertici, e da un insieme di relazioni tra coppie di oggetti dette archi o spigoli. Per indicare un g. viene utilizzata una notazione del tipo: G(N, A), dove N indica l’insieme dei nodi e A l’insieme ...
Tag
  • ARITMETICA
  • MANTISSA
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    Dizionario di Economia e Finanza (2012)
    Procedimento di calcolo esplicito e descrivibile attraverso un insieme di regole, costituite da sequenze logiche di istruzioni elementari e non ambigue, che conduce a un determinato risultato atteso, attraverso l’applicazione, per un numero finito di volte, di quelle stesse regole.
  • algoritmo
    Enciclopedia on line
    Matematica Termine, derivato dall’appellativo al-Khuwārizmī («originario della Corasmia») del matematico Muḥammad ibn Mūsa del 9° sec., che designa qualunque schema o procedimento sistematico di calcolo (per es. l’a. euclideo, delle divisioni successive, l’a. algebrico, insieme delle regole del calcolo ...
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    Enciclopedia dei ragazzi (2005)
    Roberto Levi Istruzioni per far funzionare da sole le macchine Molte attività umane non si possono svolgere senza seguire precise indicazioni. Come le 'istruzioni per l'uso' spiegano il funzionamento di certi elettrodomestici, così un algoritmo fornisce una serie di istruzioni che possono essere eseguite ...
  • algoritmo
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    algoritmo [Der. del lat. mediev. algorithmus o algorismus, dal nome d'origine al-Huwa-rizmī- del matematico arabo Muhammad ibn Mu-sa, del 9° sec.] [ALG] [INF] Qualunque schema o procedimento sistematico di calcolo, quale, per es., l'a. euclideo delle divisioni successive (v. oltre), l'a. algebrico (cioè ...
  • ALGORITMO
    Enciclopedia Italiana (1929)
    Termine matematico derivato da al-Khuwārizmī (v.), soprannome del matematico arabo Muḥammad ibn Mūsà (morto nell'820). Tale termine fu usato nel Medioevo specialmente per indicare i procedimenti di calcolo numerico basati sopra l'uso delle cifre arabe, e attualmente si usa per qualunque schema di calcolo. Quando ...
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Vocabolario
algoritmo
algoritmo (ant. algorismo) s. m. [dal lat. mediev. algorithmus o algorismus, dal nome d’origine, al-Khuwārizmī, del matematico arabo Muḥammad ibn Mūsa del 9° sec. (così chiamato perché nativo di Khwarizm, regione dell’Asia Centrale)]. –...
Pregiudizio algoritmico
pregiudizio algoritmico loc. s.le m. (spec. al pl.) Contenuto etico o ideologico distorto o discriminatorio (per es. verso le fasce più fragili della popolazione) processato dall’algoritmo nella fase di raccolta massiva dei dati e poi generato...
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