Vedi STABIAE dell'anno: 1966 - 1997
STABIAE (v. vol. VII, p. 459)
Periodo arcaico (circa metà VII-VI sec. a.C.). - La scoperta nel 1985 di tombe arcaiche a S della Via Nocera documenta la continuazione della necropoli in questa direzione e ne rialza la cronologia iniziale tra il 675 e il 640 a.C. per l'associazione, in un corredo, di vasi di impasto e di una fibula a drago con ardiglione bifido e apofisi laterali, una coppa a sigma protocorinzia e una oinochòe di tipo cumano. Si è chiarito poi che le tombe definite da O. Elia «cassette-ossuario» e considerate esempî di rituale misto, sono deposizioni di bambino entro un blocco di tufo, confermando l'esclusività del rito inumatorio.
Con priorità di almeno un trentennio rispetto a Pompei, verso il 630-600 a.C., S. è toccata da traffici marittimi etruschi, documentati da bucchero di transizione e bacini di bronzo in poche tombe emergenti. La massima fioritura dell'insediamento indigeno si verifica sotto l'impulso etrusco entro la prima metà del VI sec. a.C. con produzione locale di bucchero pesante, arrivo di ceramica di importazione greca (coppe corinzie e ioniche B1 e A2), di oggetti di ornamento egittizzanti, di ceramica etrusco-corinzia e, poco dopo la metà del secolo, con apertura a nuovi traffici (ceramica attica e calcidese), arrivo della produzione tardiva di ceramica etrusco-corinzia (gruppo a maschera umana) e ultima produzione di bucchero pesante.
Alla fine del VI sec. a.C. la necropoli subisce una fortissima contrazione, che coincide con la conclusione del processo di urbanizzazione di Pompei e l'organizzazione del suo importante sbocco alla foce del Sarno; è indizio che S. aveva perso la funzione di porto commerciale tra la costa e l'interno, con il conseguente spopolamento dell'abitato e la ricerca di attività alternative, documentate, alla metà del VI sec. a.C., da un piccolo insediamento stabile a Casola, in località Gesini, connesso con la produzione viticola e perdurante fino alla metà del V secolo. Quanto al sito dell'abitato arcaico, l'ipotesi della sua localizzazione sulla collina di Varano (Beloch) piuttosto che sul mare (Elia), dove è probabile che esistessero apprestamenti di tipo portuale, sembra avvalorata dai primi rinvenimenti di ceramica greca arcaica nei livelli sottostanti alla Villa S. Marco (scavo E. Greco 1978).
V-IV sec. a.C. - Alle tombe scavate dalla Elia, che attestano la continuazione dell'abitato nel V sec. a.C. con fisionomia «campana» e dotato di una propria lingua (iscrizione osca sul fondo di una coppa della tomba 107, circa 460 a.C.) e a quelle di IV sec. che mostrano un notevole popolamento nella seconda metà, si aggiungono altre evidenze per questo ultimo periodo: tombe scavate nel 1983 sotto Via Nocera e un santuario in località Privati alle pendici del monte Faito, a controllo del passaggio verso la penisola sorrentina. Di quest'ultimo si è scavato un consistente scarico votivo entro fossa, avvenuto in un solo momento verso la fine del II sec. a.C., forse per un rifacimento monumentale di cui restano strutture in opus incertum. I materiali, prevalentemente della seconda metà del IV sec., rientrano nella serie dei complessi votivi di tipo meridionale e attestano l'esistenza di un culto connesso con la sfera della fecondità. Antefisse di Minerva ed Ercole, ricavate dalla stessa matrice di esemplari del tempio dorico di Pompei, documentano l'esistenza di un tempio alla fine del IV sec. a.C.
Periodo romano. - Per il periodo romano l'aspetto già noto delle ville di otium si completa con quello delle ville rustiche, che documentano la produttività dell'ager stabianus tra 89 a.C. e 79 d.C. e la sua strutturazione secondo un modello economico di piccola proprietà.
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