SS
Sigla delle Schutz-Staffeln («squadre di protezione») tedesche. In origine questa formazione paramilitare nazista portò il nome di Stosstrupp Hitler e fu sciolta dopo il Putsch di Monaco del 9 nov. 1923. Quando nel 1925 il Partito nazista fu ricostituito, con la possibilità di svolgere la propria azione politica, Hitler la riorganizzò con il nome di SS per assicurare lo svolgimento dei comizi indetti dal Partito nazionalsocialista, soprattutto in Sassonia e in Turingia, roccaforti del Partito socialista e di quello comunista. Nel genn. 1929 Hitler nominò H. Himmler capo delle SS di tutta la Germania (Reichsführer SS) e in pochi anni il corpo, che allora contava appena 280 membri, raggiunse la cifra di 52.000 unità (1933). Gradualmente, soprattutto dopo la nomina di Himmler a capo della polizia tedesca, le SS ebbero il controllo dei più delicati gangli dell’amministrazione interna del Reich, e anche la Gestapo ne divenne in pratica un’organizzazione dipendente. Infatti la carica di capo della Gestapo non solo era ricoperta da un appartenente alle SS, ma era associata a quella di capo della polizia di sicurezza (Sicherheitspolizei) e del Sicherheitsdienst (SD), cioè del servizio di controspionaggio delle SS. Dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale furono costituite anche alcune divisioni combattenti delle SS (Waffen-SS); dapprima erano poche, ma con il perdurare del conflitto Himmler ne portò il numero a 37, forse con l’intenzione di servirsene al momento opportuno contro la Wehrmacht, accusata di scarsa ortodossia nazista. Le SS si distinsero tristemente per l’opera svolta nello sterminio e nella persecuzione degli ebrei, per le brutalità e per gli assassini commessi nei campi di concentramento, per gli abusi perpetrati nell’amministrazione dei territori occupati, per l’attuazione intransigente del programma di lavoro obbligatorio e, infine, per il trattamento dei prigionieri di guerra. Per tutti questi motivi il tribunale di Norimberga (1946) definì le SS un’organizzazione criminale.