Srī Laṅkā
Geografia umana ed economica
di Alessia Salaris
Stato insulare dell'Asia meridionale. La popolazione stimata al 2006 era di circa 20,2 milioni di ab. (poco più di 300 ab./km2). La capitale, dal punto di vista commerciale, è rimasta Colombo (648.000 ab. nel 2003), mentre il Parlamento è stato trasferito (nel 1982) a Sri Jayawardenepura Kotte (chiamata anche Kotte), piccola cittadina poco a est di Colombo; altri centri urbani di rilievo sono Dehiwala-Mount Lavinia (210.000 ab. al censimento del 2001) e Moratuwa (177.190 ab.). Fra i due principali gruppi etnici, singalese (82%, prevalentemente buddisti) e Tamil (9,4%, induisti e musulmani), sono storicamente presenti forti tensioni, sfociate nel corso degli anni Ottanta in un vero e proprio conflitto. Nel 2002 è stato raggiunto un accordo fra il governo e i guerriglieri Tamil, ma le successive negoziazioni per il processo di pace hanno subito una battuta di arresto nel 2003, con frequenti violazioni della tregua (v. oltre Storia).
Gli indicatori demografici sono caratterizzati da una mortalità in forte regresso (5,8‰ al 2004) e una natalità ancora sostenuta ma in calo (18,5‰). Tali tendenze, insieme a una speranza di vita alla nascita di 71 anni per i maschi e 77 per le femmine, e a un elevato grado di alfabetizzazione (oltre il 90%) fanno dello S. L. uno dei Paesi relativamente più sviluppati dell'area, nonostante il permanere di alcune sacche di povertà concentrate in prevalenza nelle aree rurali. Lo tsunami del 2004 ha colpito 13 dei 14 distretti costieri (soprattutto orientali), provocando migliaia di morti e ingenti danni alle abitazioni e alle infrastrutture. Tuttavia, secondo fonti nazionali, nel 2005 il PIL è cresciuto del 6,2%, grazie anche all'impulso dato dalla ricostruzione. Le principali produzioni agricole riguardano riso, tè (di cui è fra i maggiori esportatori al mondo) e gomma; fra i comparti manifatturieri è in crescita, grazie anche alla domanda internazionale, quello del tessile e abbigliamento. I forti flussi migratori in uscita assicurano attraverso le rimesse dall'estero un contributo rilevante alla bilancia dei pagamenti. Il turismo, ostacolato anche dalla scarsa sicurezza, si è molto ridimensionato e, dopo lo tsunami del 2004, ha subito una ulteriore flessione (549.300 gli arrivi nel 2005).
Storia
di Paola Salvatori
La mancata soluzione dei contrasti etnici esistenti tra la maggioranza singalese e la minoranza Tamil, la quale rivendicava l'indipendenza dei territori nord-orientali, continuava a condizionare pesantemente, alle soglie del 21° sec., la vita politica e sociale del Paese, alimentando un crescendo di violenza e terrore che colpiva soprattutto la popolazione civile, decimata dalle rappresaglie delle diverse fazioni e dagli attentati terroristici. Costata la vita a più di 60.000 persone, secondo le stime delle organizzazioni umanitarie internazionali, la guerra civile che infuriava da quasi due decenni aveva coinvolto in misura crescente i bambini, arruolati a forza dai guerriglieri Tamil nel Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE), e aveva compromesso la già fragile economia del Paese.
I governi che si erano succeduti al potere, ruotanti sui principali partiti politici dell'isola, il conservatore United National Party (UNP) e il progressista Sri Lanka Freedom Party (SLFP), nel tentativo di giungere a una soluzione, avevano alternato il ricorso allo scontro armato alla diplomazia, con scarsi risultati su entrambi i fronti.
La linea di cauta apertura avviata dal presidente, signora C.B. Kumaratunga, leader del SLFP, al potere dal 1994, e dall'esecutivo di cui lo SLFP rappresentava il partito di maggioranza, era stata inizialmente contrastata dall'UNP, che solo di fronte a una recrudescenza degli scontri militari, agli inizi del 2000, si disse infine disponibile ad appoggiare le proposte di autonomia avanzate dal governo, presupposto per una ripresa del dialogo con le LTTE. I nuovi tentativi di mediazione, patrocinati dal governo norvegese, andarono tuttavia incontro a ripetuti fallimenti e non riuscirono a porre fine al conflitto armato.
In un clima di forte tensione si svolsero, nell'ottobre 2000, le elezioni legislative. People's Alliance, coalizione politica egemonizzata da Kumaratunga e dal suo partito, ottenne ben 107 seggi, contro gli 89 dell'UNP, e formò un governo di coalizione con altri partiti minori guidato da R. Wickremanayake. Nel dicembre successivo le LTTE proclamarono un cessate il fuoco unilaterale che non venne tuttavia favorevolmente accolto dal governo, in quanto considerato soltanto un espediente tattico dei guerriglieri, in difficoltà sul fronte militare. Le LTTE decisero di prorogare la tregua nel febbraio 2001 e chiesero la riapertura dei negoziati, ma nel corso dei mesi successivi gli attentati continuarono.
Minato dai contrasti interni, nell'ottobre 2001 il governò entrò in crisi e nel dicembre si tennero nuove elezioni politiche. People's Alliance, indebolita dagli scarsi progressi ottenuti nel processo di pacificazione e dagli atteggiamenti autoritari assunti in più occasioni da Kumaratunga, venne sconfitta (77 seggi), e si affermò l'UNP (109 seggi) il cui leader R. Wickremasinghe assunse la carica di primo ministro. Questi riprese il dialogo con i guerriglieri e di fronte alla tregua indefinita da essi proclamata nel febbraio 2002, intensificò i contatti per giungere a una riapertura dei negoziati. I colloqui ripresero ufficialmente nel settembre successivo e proseguirono nel 2003, lasciando intravedere la possibilità di un accordo effettivo, poiché per la prima volta i guerriglieri Tamil, abbandonata la richiesta di indipendenza, accettarono la proposta di un'ampia autonomia regionale nell'ambito di uno Stato federale. Contrastati dai partiti nazionalisti singalesi e da Kumaratunga, che riteneva eccessive le concessioni fatte ai guerriglieri, i negoziati subirono un brusco arresto nell'aprile 2003, quando le tigri Tamil si ritirarono dalle trattative considerando disattese alcune loro richieste. Benché la tregua venisse ufficialmente mantenuta, si registrò nuovamente una recrudescenza della violenza e la tensione tornò a crescere alimentata dai contrasti sorti nello schieramento tamil, divisosi (marzo 2004) in due fazioni contrapposte. Nel corso del 2004 il dissidio tra il primo ministro e il presidente si acuì, anche in seguito ai nuovi attacchi di Kumaratunga alle prerogative del Parlamento (nel genn. 2004 prorogò di un anno il proprio mandato), e crebbe la mobilitazione dei partiti nazionalisti contro gli accordi di pace. Le elezioni dell'aprile 2004 segnarono la vittoria dell'alleanza elettorale guidata dal SFLP (105 seggi) e la sconfitta dell'UNP (82 seggi); M. Rajapakse fu nominato primo ministro. In un clima di forte tensione (nell'ag. 2005 fu assassinato il ministro degli Esteri) si tennero, nel novembre successivo, le elezioni presidenziali, vinte da Rajapakse. La carica di primo ministro fu assunta da Wickremanayake. Il nuovo presidente si disse disponibile a riprendere le trattative con i guerriglieri, ma nel corso del 2006 gli scontri tra l'esercito e i ribelli tornarono a farsi sempre più frequenti e ripresero gli attentati (particolarmente cruento quello dell'ott. 2006 contro una postazione militare nel Nord del Paese che provocò circa 100 vittime e numerosi feriti).