Śrī Lankā
Nello Ś. L. (sino al 1971 Ceylon, colonia del Portogallo, dei Paesi Bassi, della Gran Bretagna e indipendente dal 1948) la cinematografia, a causa soprattutto della concorrenza delle produzioni indiane, si è sviluppata solo alla fine degli anni Quaranta, dopo l'indipendenza del Paese; ha avuto carattere commerciale, ma non sono mancate interessanti e originali opere d'autore.
Le prime proiezioni avvennero nel 1901; nel 1903 la società indiana Madan Theatres aprì una catena di cinema, e conservò il controllo della distribuzione e dell'esercizio fino al 1928. Circolarono solo film indiani fino al 1947, quando le tre principali società di distribuzione singalesi (Ceylon Theatres, Ceylon Studios e Ceylon Entertainement) estesero la loro attività alla produzione. In mancanza di teatri di posa locali, i loro film furono inizialmente girati a Madras (India meridionale) con registi e tecnici indiani ma sceneggiatori e attori singalesi. Tratti da drammi tradizionali locali (naadagan) o da testi indiani del teatro parsi, avevano una struttura ricalcata su quella dei film indiani più commerciali: una storia sentimentale molto melodrammatica e di stampo moralistico, in cui la classe benestante era rappresentata in chiave satirica, e che veniva girata con inquadrature fisse dove si mescolavano azione, danza e canzoni. Il primo film di tale filone è considerato Kadawunu poronduwa (1947, La promessa non mantenuta) di B.A.W. Jayamanne.
Due anni dopo, Amma (Madre) di Sirisena Wilamaweera, ancora girato in India, segnò la nascita del cinema d'autore. Wilamaweera nel 1951 creò i primi teatri di posa singalesi (i Navajeevana Film Studios) e rifiutò il modello culturale indiano, disegnando con i film successivi (Seedevi, 1951, Amoruccio; Saradiel, 1954, Il bandito dei boschi; Asoka, 1955; Podi putha, 1955, Il figlio più giovane) un significativo percorso alla ricerca delle origini culturali e storiche del Paese.
L'apertura nel 1956 degli studi Lanka e Vijaya permise un forte aumento della produzione nazionale. I film indiani continuarono comunque a coprire i due terzi circa del mercato. Il 1956 vide anche il debutto di Lester James Peiris, conosciuto anche come Peries, destinato a diventare il più importante regista nella storia del cinema singalese. Rekawa (Destino), influenzato dal Neorealismo e dalla scuola documentaristica inglese, fu il primo film locale interamente girato all'aperto e interpretato da attori non professionisti, e anche il primo a venire presentato in un festival internazionale (in questo caso Cannes). Si tratta di un'opera di grande impegno non solo per le suggestive atmosfere legate all'ambiente rurale, ma anche per l'attenta indagine sui rapporti sociali e umani. Peiris diresse in seguito un'altra opera capitale, Gamperaliya (1963, Il villaggio che cambia), che nel 1965 gli valse il primo premio all'Indian International Film Festival di New Delhi: un film di profonda rottura rispetto ai modelli narrativi allora correnti, e in cui viene ritratto un mondo in bilico tra il crollo dei modelli feudali e l'emergere di un nuovo ordine sociale. Esso aprì la strada ad altre opere che indagavano la vita quotidiana delle campagne, come Parasathu mal (1966, I fiori degli altri) di Gamini Fonseka, Sath samudura (1967, I sette mari) di Siri Gunasinghe, Hantane kathawa (1969, Storia del monte Hanthana) di Sugathapala Senerath Yapa, Ves gaththo (1970, Mascherata) di Vasantha Obeysekera.
Nel 1972 venne creata la State Film Corporation (SFC), che monopolizzò l'importazione e la distribuzione, e promosse lo sviluppo della produzione. Furono così finanziate opere di qualità come Nidhanaya, noto anche come The treasure (1972) di Peiris, presentato alla Mostra del cinema di Venezia, Ahas Gawwa (1974, Una lingua di cielo) di Dharmasena Pathiraja, Gehenu lamai (1978, Ragazze) di Sumithra Peiris (moglie del regista), Palangetiya (1979, Cavallette) di Obeysekera.
A partire dagli anni Ottanta il cinema singalese è entrato in una fase di crisi, sia per l'introduzione della televisione e successivamente dell'home video, sia per la liberalizzazione del mercato, con la conseguente diminuzione del sostegno alla produzione nazionale da parte della SFC (ribattezzata National Film Corporation), mentre il conflitto armato tra la comunità singalese e la minoranza tamil, ha influito su ogni aspetto della vita del Paese, condizionando anche lo sviluppo del cinema. È tuttavia emersa una nuova generazione di registi che, con le loro opere, rappresentano tematiche finora inedite, come i conflitti etnici, la disoccupazione, la corruzione. Tra gli altri, hanno debuttato Dharmasiri Bandaranayake (Hansa vilak, 1980, Il lago dei cigni), Chandra Rutnam (Adara kathawa, 1984, Storia d'amore) e Tissa Abeysekera (Viragaya, 1987, Mancanza di passioni), quindi Wilfred Silva (Dese mal pipila, 1990, Gli occhi con un sorriso), Prasanna Vithanage (Sisila gini ganee, 1992, Ghiaccio sul fuoco), Mohan Niyas (Blendings, 1996, girato in inglese) e Linton Semage (Padayaya, 1999, Il fuori casta), e nel nuovo millennio Somaratne Dissanayake (Saroja, 2000) e Ashoka Handagama (Me mage sandai, 2000, Questa è la mia luna).
Ph. Coorey, The lonely artist; a critical introduction to the films of Lester James Peries, Colombo 1970.
W. Dissanayake, Cinema, nationhood and cultural discourse in Sri Lanka, in Colonialism and nationalism in Asian cinema, ed. W. Dissanayake, Bloomington (IN) 1994, pp. 190-201.
W. Dissanayake, A. Ratnavibhushana, Profiling Sri Lankan cinema, Boralesgamuwa 2000.