Pseudonimo del letterato e filosofo indiano Aurobindo Ghose (Calcutta 1872 - Pondichéry 1960). Educato secondo il modello inglese, visse in Inghilterra, dove terminò gli studî e pubblicò i primi versi dal 1879 al 1893, anno del suo ritorno in India. Professore di inglese e francese a Baroda, divenne un appassionato studioso di cultura indiana e acceso sostenitore del movimento nazionalista. Fu tra i promotori della politica di resistenza passiva e del boicottaggio, e dopo il 1914 fautore della non-violenza. Processato e assolto per sedizione prima e per attentati dopo (1908-09), si orientò definitivamente verso la ricerca filosofica e spirituale in cui, pur muovendo dalla tradizione indiana del Vedānta, fuse la sua cultura occidentale. Ritiratosi a Pondichéry (1926), fondò un āśram ("eremo"). Scrisse alcune opere filosofico-religiose, tra cui The life Divine, The Synthesis of yoga, Ideal of human unity, Human cycle, Future poetry, la raccolta poetica Collected poems e il poema epico Sāvitrī.